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Aggiornato: 24 maggio 2025
Lamberto a diciott'anni, spaventato degli ultimi esami liceali parlava di andare all'Accademia militare di Modena per uscirne ufficiale di cavalleria.
Questa frase l'aveva imparata da suo nonno, che teneva un negozio di coralli in via Chiaia a Napoli. La moglie del nonno una bionda di Piedigrotta, che nella sua radiosa adolescenza aveva posato per molti pittori tedeschi e inglesi aveva detto: «Sì, ma l'educazione è l'educazione». E aveva mandato i suoi tre figli in collegio a Modena e a Milano.
Orbene, quella ragazza è una Guerri, di Fiumalbo, cugina dello sposo, e venuta a Modena, per assistere alle nozze. Il conte Gino, sulle prime, non aveva badato al discorso del Lesarini. Non avea neanche udito il nome dei Guerri; udì invece il nome di Fiumalbo, e si scosse. Che c'è? domandò egli. Che dite di Fiumalbo? Ah sì! esclamò il Landi.
È la logica, lo riconosco; rispose il commissario, che incominciava a seccarsi di quella disputa, in cui il conte Gino voleva aver sempre ragione. Ma Ella vuol troppo severo il nostro venerato governo, ed amo credere che ciò sia perchè Ella non ha ragione di meritarne i rigori. È così; disse Gino. Dunque, signor conte... vuol notizie di Modena?
Perchè qui, a Modena, replicò Don Pietro umilmente, fra tante persone civili, al fianco di Lei, elegantissimo cavaliere e conosciuto da tutti, stonerebbe un poco la mia giubba montanara. Dica piuttosto che sar
Cadente il regno della tragedia classica e della commedia goldoniana e non ancor pregiate che dalla schiera colta le opere italiane dei nuovi ingegni e le poche buone che venivan d'oltralpe; appassionata la moltitudine per un bastardo romanticismo drammatico, nel quale ai pochi attori eletti che, pur piegando al falso, intendevano al vero, prevaleva un branco d'istrioni manierati e gonfi come il linguaggio dei loro eroi; miserrimo non per tanto lo stato della più parte delle compagnie comiche, preferendo l'aristocrazia il teatro francese e la borghesia la musica, a cui il teatro di prosa era anche peggio d'ora immolato; disparatissimi infine, senza confronto più che al presente, per essere smembrata l'Italia, i gusti delle varie cittadinanze, che dalla scena distraeva il presentimento, la preparazione, l'incalzarsi dei grandi avvenimenti politici: tali erano il teatro, l'arte, il pubblico quando Gustavo Modena sorse.
Olona, capoluogo Milano, popolazione 580,436, distretti 4, cantoni 20, comuni 155: CACCÍA Gaudenzio prefetto; BERTOLOSI generale comandante. Panaro, capoluogo Modena, popolazione 181,130, distretti 2, cantoni 7, comuni 52: MINOIA Giovanni prefetto.
Ma quella del signor Francesco al conte Gino, portata in Modena, consegnata alla porta del palazzo Malatesti da Pellegrino Menghi, come si era smarrita? Gino protestava di non averla ricevuta. Il poveretto non sapeva neppure che Pellegrino fosse disceso a Modena.
Tacerò fin che di nuovo gli parli. GHERARDO vecchio, SPELA suo servo e CLEMENZIA balia. GHERARDO. Se Virginio fa quanto m'ha promesso, io mi vo' dare il piú bel tempo ch'uom di Modena. Che ne dici, Spela? Non farò bene?
Il signor Francesco aveva appena mandata la sua lettera di congratulazione, quando ne giunse un'altra da Modena; e questa la scriveva Ruggero, il semplice ed affettuoso Ruggero. Non accettato da Fiordispina, per ragioni che non offendevano il suo amor proprio, il cugino Ruggero mandava di tanto in tanto sue nuove alle Vaie.
Parola Del Giorno
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