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«Perchè mai, pensò il conte, sua sorella non me lo disse?» E volgendosi nuovamente al guerriero della repubblica: Ma dunque non è più militare? Lo è ancora; ha un grado distinto nell'armata spagnuola ed è assai caro al governatore di Milano. Abita in quella citt

Il cielo è divenuto la vivente fornace che formano, salendo, le fiamme dei loro occhi! Le mie ali s'abbandonano sulla marea dei loro rantoli.... Uno mi grida: «Abbiam dentro la gola una fucina ardente per far nuovi cannoni, e nei capaci serbatoi dei nostri polmoni abbiam di che gonfiare un dirigibile militare

Il capitano Bonifazio e il maestro Zecchini erano sempre insieme, ma non andavano mai d’accordo. Il primo era un uomo d’azione e non da ciarle; ligio alla disciplina militare si era abituato ad obbedire ciecamente; il secondo avvezzo alla cattedra voleva sempre ragionare a diritto o a torto, come faceva alla scuola.

L'ultima censura cade sull'arte militare; ed in questa, come si è detto più volte, il Chiabrera mancava di teoria e di pratica: «Il fait que les Chrestiens se retirent apres ce combat d'Ottoman dans Rhodes, sans dire commant les deux armees se separent, et tout aynsi que si c'estoit une chose fort aysee et de nulle importance.

Luchino, ricchissimo di quel valore militare che può associarsi con tutti i vizj e sino colla vilt

Tale fu l'ordinamento del corpo di travagliatori Veneti suddiviso in due compagnie: una destinata ai lavori di Levante, l'altra a quelli della Dalmazia . È chiaro adunque che l'idea di istituire un corpo del genio militare era ben lungi ancora dalla mente dei governanti veneti nel 1785.

Dai piedilista adunque orgoglio e tormento della burocrazia militare veneta dell'epoca si rileva che la forza bilanciata sullo scorcio di vita della Repubblica oscillava intorno alla dozzina di migliaia di soldati, e che pochi anni prima della caduta questa forza era timidamente salita sopra alle quindici migliaia di uomini .

La questione diplomatica è dunque, per noi, posta in questi termini: Il signor Lesseps era ministro plenipotenziario della Francia in Roma. Egli era tale per noi il 31 maggio come prima d'allora. Nulla ci aveva avvertiti d'una modificazione o d'un annullamento de' suoi poteri. Trattavamo noi dunque con lui in piena buona fede come se trattassimo colla Francia: e questa nostra buona fede ci valse, nella notte dal 28 al 29 maggio, l'occupazione di Monte Mario. Addentrati in una discussione assolutamente pacifica col signor Lesseps, ansiosi d'evitare quanto avrebbe potuto trascinare gli spiriti su direzione avversa ai nostri voti e non sapendo indurci a credere che la missione protettrice della Francia comincerebbe coll'assedio di Roma, guardavamo ogni incidenza senza commoverci. A ogni movimento delle vostre truppe, a ogni operazione tendente a restringere la cinta militare e a ravvicinarsi gradatamente a posizioni che noi avremmo potuto difendere, il signor Lesseps s'affrettava a dirci che i Francesi non operavano a quel modo se non per quetare la concitazione febbrile delle truppe affaticate dalla lunga inerzia; in nome dei due paesi, in nome dell'umanit

L'alta giurisdizione territoriale militare sui riparti di Levante, Dalmazia, Golfo ed Italia, era esercitata dai rispettivi sergenti maggiori di battaglia, secondo i turni dei quali si disse più sopra. Il comando effettivo delle fortezze competeva invece ai singoli governatori delle armi, suddivisi in alquante categorie a seconda dell'importanza delle fortezze medesime.

Tutto andava a seconda. Se non che, come dissi, importava agire rapidamente; e da una esigenza dei comitati dell'interno e degli uomini che ajutavano con danaro l'impresa, sorse un ostacolo che dovea condannarla a indugi indefiniti e a rovina. Chiedevano un nome. Volevano messo a capo dell'invasione un uomo militare, di grado superiore, e che alla capacit