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Nel 1827 fremevano accanite le liti fra classicisti e romantici, tra i vecchi fautori d'un dispotismo letterario la cui sorgente risaliva per essi a duemila e più anni addietro e gli uomini che, in nome della propria ispirazione, volevano emanciparsene. Eravamo, noi giovani, romantici tutti. Ma a me pareva che pochissimi, se pur taluno, si fossero addentrati a dovere nelle viscere della questione. I primi, Arcadi di Roma, Accademici della Crusca, professori e pedanti, andavano ostinatamente scrivendo imitazioni fredde, stentate, senza intento, senz'anima, senza vita: i secondi, non dando base alla nuova Letteratura fuorchè la fantasia individuale, si sbizzarrivano in leggende dei tempi di mezzo, inni menzogneri alla Vergine, disperazioni metriche non sentite, e in ogni concetto d'un'ora che s'affacciasse alla loro mente intollerante d'ogni tirannide, ma ignara della santit

La questione diplomatica è dunque, per noi, posta in questi termini: Il signor Lesseps era ministro plenipotenziario della Francia in Roma. Egli era tale per noi il 31 maggio come prima d'allora. Nulla ci aveva avvertiti d'una modificazione o d'un annullamento de' suoi poteri. Trattavamo noi dunque con lui in piena buona fede come se trattassimo colla Francia: e questa nostra buona fede ci valse, nella notte dal 28 al 29 maggio, l'occupazione di Monte Mario. Addentrati in una discussione assolutamente pacifica col signor Lesseps, ansiosi d'evitare quanto avrebbe potuto trascinare gli spiriti su direzione avversa ai nostri voti e non sapendo indurci a credere che la missione protettrice della Francia comincerebbe coll'assedio di Roma, guardavamo ogni incidenza senza commoverci. A ogni movimento delle vostre truppe, a ogni operazione tendente a restringere la cinta militare e a ravvicinarsi gradatamente a posizioni che noi avremmo potuto difendere, il signor Lesseps s'affrettava a dirci che i Francesi non operavano a quel modo se non per quetare la concitazione febbrile delle truppe affaticate dalla lunga inerzia; in nome dei due paesi, in nome dell'umanit