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Aggiornato: 26 giugno 2025
La cena era finita, la tavola sparecchiata, e del noioso messaggio nè l'una nè l'altra delle due donne faceva parola. Doveva parlarne lui, facendone nascer lui l'occasione. E l'occasione fu questa, di fare una giratina per la sala, di accostarsi a quella credenza, e di salutare il letterone con un grido di maraviglia.
Nel 1849 concludeste il vostro primo messaggio , dicendo: «Saprò meritare la fiducia della Nazione, conservando la costituzione che ho giurata». Nel 1850 , proferiste solennemente questo parole: «Se nella costituzione sono difetti e pericoli, è in potere di voi tutti il torli via. Io solo, vincolato dal mio giuramento, mi sento in dovere di tenermi strettamente nei limiti della medesima».
Egli, udito delle pratiche di Abate presso i Fregosi e di ciò che il capitano della lega, messer Francesco di Novelli, avesse deliberato di fare, doveva altresì, procedendo di corte in corte, raccogliendo i pareri e indagando gli animi di tutti, giungere fino alle rive del Tanaro, per recare un messaggio a Tommaso di Bagnasco.
Nella prima ora del pomeriggio arrivarono al paese di Ortona. Anna battè alla porta del monastero e chiese di vedere l’abadessa. All’entrare si presentava un piccolo cortile con nel mezzo una cisterna di pietra bianca e nera. Il parlatorio era una stanza bassa, con poche sedie in torno: due pareti erano occupate dalle grate, le altre due da un crocifisso e da imagini. Anna fu subito presa da un senso di venerazione per la pace solenne che regnava in quel luogo. Quando la madre Veronica apparve d’improvviso dietro le grate, alta e severa nell’abito monastico, ella provò un turbamento indicibile come dinanzi all’apparizione di una forma soprannaturale. Poi, rianimata dal buon sorriso dell’abadessa, ella compì il messaggio in brevi parole; depose nel cavo della ruota le scatole, ed attese. La madre Veronica le si rivolse con benignit
Giachetto Malespini, cap. 222. Le parole di Saba Malaspina intorno il messaggio a' Francesi usciti dalla citt
Il 14 novembre io aveva ricevuto il messaggio: risposi il 15. Risposi non potere nè volere stringere patto alcuno.
Grande fu la sorpresa del Senato alla lettura di questo messaggio, col quale, tacendosi gli eventi accaduti in Mantova ed a Parigi, si vedeva invitato a cangiare il Sovrano. E veramente in quell'epoca destinata a tanti cangiamenti, si sono commessi errori politici da tutte le parti, e anche da chi aveva dati non piccoli saggi di esperimentata prudenza e saviezza; come si vede dall'irregolare, imprudentissimo messaggio del Duca di Lodi al Senato, e come meglio apparir
E per questo, disse il capitano Fiesco, per questo, che Sua Altezza non mi ha neppur detto, ha presa la mia donna in ostaggio? Sua Altezza non vi ha detto nulla, perchè vi ha veduto riluttante a servirla; rispose il Ximenes; ed anche perchè un messaggio di Siviglia, arrivatogli mentre eravate in udienza, l'induceva a sospettare di voi. Non può sospettare ancora?
L’anima veglia e prega: e su la vita informe che nel mio grembo dorme si piega. Io sembro inerte. E pure son come zolla al sole. S’aprono in me viole oscure di sogni, ardenti flore d’un incantato maggio. Porto io forse un messaggio d’amore?... Di pace un senso pio per ogni vena io sento. Sono io forse strumento di Dio?... La Sfinge dolorosa sul tuo mortal destino come suggel divino si posa;
Si sarebbe ritirato, se non avesse avuto un dovere da compiere, un messaggio reale da comunicare. E' non poteva retrocedere. Si avvicinò dunque dolcemente e restò in piedi nel raggio visuale del vescovo. Don Diego cominciò a guardarlo senza vederlo.
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