Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 27 giugno 2025
Colui che luce in mezzo per pupilla, fu il cantor de lo Spirito Santo, che l’arca traslatò di villa in villa: ora conosce il merto del suo canto, in quanto effetto fu del suo consiglio, per lo remunerar ch’è altrettanto.
«Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore», comincia’ io per voler esser certo di quella fede che vince ogne errore: «uscicci mai alcuno, o per suo merto o per altrui, che poi fosse beato?». E quei che ’ntese il mio parlar coverto, rispuose: «Io era nuovo in questo stato, quando ci vidi venire un possente, con segno di vittoria coronato.
«Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore», comincia’ io per voler esser certo di quella fede che vince ogne errore: «uscicci mai alcuno, o per suo merto o per altrui, che poi fosse beato?». E quei che ’ntese il mio parlar coverto, rispuose: «Io era nuovo in questo stato, quando ci vidi venire un possente, con segno di vittoria coronato.
Vidi altro merto ch'ogni merto avanza Splender nella tua grande anima, ardente D'ogni santa e magnanima speranza. In tua vecchiezza, a me giovin demente T'avvicinava il caso.... ah! non il caso, Ma la bont
Oh! largite gli sieno Tutte le grazie che Virtù si merca; E quaggiù dove par la Sorte rida Svolgendo a suo talento Ogni merto, ogni vita ed ogni evento Non mai stilla si perda Della memoria sua santa e devota, Ma ne' suoi cari l'opra sua rinverda.
Pero`, la` onde vegna lo 'ntelletto de le prime notizie, omo non sape, e de' primi appetibili l'affetto, che sono in voi si` come studio in ape di far lo mele; e questa prima voglia merto di lode o di biasmo non cape. Or perche' a questa ogn'altra si raccoglia, innata v'e` la virtu` che consiglia, e de l'assenso de' tener la soglia.
Santo o non santo ei fosse, questo è certo che non avea mai posa tanto o quanto; perocché ricorreano al suo gran merto spesso infermi ed inferme in doglia e in pianto, spiritate, gelose e disperate a farsi benedir da quell'abate. L'empio guascon pensò come potesse viver parecchi giorni a bertolotto. Come alla paperina e ben si stesse entro a quel romitorio, era giá dotto.
Dolce, che mi feristi, aurato strale, dolce, ch'inacerbir mai non potranno quante amarezze dar puote aspra sorte; pro mi sia grande ogni più grave danno, che del mio ardir per aver merto uguale più degno guiderdon non è che morte. XLII. Allo stesso
Miser chi del ben far sempre ha mal merto. Adunque tu me offendi perché t'ho salvato? CALANDRO. E che salvamento è questo? FESSENIO. Che, ah? Dissi a quel modo perché tu non fussi portato in doana. CALANDRO. E che era, quando ben m'avessin portato lá? FESSENIO. Che era, eh? Tu meritavi che io vi t'avessi lassato portare; e arestilo veduto. CALANDRO. Che domin era?
Or senti il guidardon che io ricevetti, vedi la gran mercé del mio gran merto; vedi se deve, per amare assai, donna sperar d'essere amata mai: 73 che questo ingrato, perfido e crudele, de la mia fede ha preso dubbio al fine: venuto è in sospizion ch'io non rivele a lungo andar le fraudi sue volpine.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca