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Mossi adunque piú cosí egregi come antichi popoli da questa laudevole sentenzia e apertissimamente vera, alcuna volta di deitá, altra di marmorea statua, e sovente di celebre sepultura, e tal fiata di triunfale arco, e quando di laurea corona secondo i meriti precedenti onoravano i valorosi: le pene, per opposito, a' colpevoli date non curo di raccontare.

Non era vero, come Ariberti sapeva per prova; ma un'occhiata che gli diede, o per dir meglio, che gli gittò in fondo al palco la giovane, lo fece complice di quella audace bugia. Quell'occhiata pareva dirgli: vedete, dico così per non farvi sfigurare; ringraziatemi. Il secondo, soggiunse Mary, è del mio gentil cavaliere, che partecipa alla mia ammirazione pei meriti di Giselda.

O caro, o caro cor mio, volete scemar i vostri meriti per accrescer i miei, che non ne ho niuno.

È breve; un potente barone se ne invaghì; costei fu temeraria tanto, da rifiutare l'onore che il barone volea farle; il barone la uccise, e la pagò secondo i meriti. Motivo forse di sospiri per quindici giorni. Il tempo rimargina presto le ferite. Non tutte; dentro alcuna si tronca il coltello, la carne vi cresce sopra, ma la ferita sanguina sempre.

Oh certamente! Io potrei uscir la mattina e tornar la sera, e Folco non mi domanderebbe dove sono stata.... Grande fiducia, grande stima, spiegò il signor Piero. E te la meriti! La contessa non volle ribattere. Vedete qua, ella soggiunse. Quando ricevo una lettera, la lascio sul tavolino, sulla sedia, dove il caso vuole. Non c'è pericolo che Folco ne guardi nemmeno la soprascritta.

Ma voi lo dite accioché io n'abbia scorno, ché troppo povero mercante a cosí gran fiera compaia per comprarla: e veramente meritarei quel scorno che mi fate, se non venissi ricchissimo d'amore, ché non basta comprarse l'infinito valore de' vostri meriti se non con l'infinito amore che le porto.

A voi, mio suocero Eufranone, m'inchino, con ogni umiltá che devo, a ricevermi per servo: la vostra dote saranno i suoi meriti, le mie facultá communi a tutto il parentado. EUFRANONE. Ed io per genero vi accetto e per figliuolo. DON FLAMINIO. Concedetemi che vi baci la mano se ne son degno; se non, i piedi.

Speriamo almeno, diss'egli, che per i meriti del suo signor padre... Ecco, veda; replicò Gino, mozzandogli le parole in bocca. Per i meriti di mio padre possono dare un'altra decorazione... a mio padre. Il figlio, se ha errato, paghi; se non ha errato, riconoscano la sua innocenza. Non Le pare?

CAPITANO. Son quello che tu men desii che sia, son il gran capitano, il quale è qui comparso a disfidarti: che cali giú ché ti vo' rompere la schena di bastonate e trattarti come meriti. ERASTO. Va' va', ché ci conosciamo insieme; domani ci rivederemo. CAPITANO. Ti disfido: cala giú, non dir poi che non sia venuto a disfidarti in casa tua.

Eh! i suoi meriti sono conosciuti... Poc'anzi che l'ho trovato sulla porta della marchesa di Campidoro, sono certa ch'ella andava da questa brava signora per qualche opera buona. , appunto: rispose Marone; per alcuni bisogni della nostra congregazione, di cui la marchesa è una delle socie più benemerite e generose.