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Solea creder lo mondo in suo periclo che la bella Ciprigna il folle amore raggiasse, volta nel terzo epiciclo; per che non pur a lei faceano onore di sacrificio e di votivo grido le genti antiche ne l'antico errore; ma Dione onoravano e Cupido, quella per madre sua, questo per figlio, e dicean ch'el sedette in grembo a Dido;

Revocò tutti i privilegi concessi antecedentemente agli ebrei; vietò ai loro medici di curare i cristiani, proibì loro di esercitare le arti, il commercio, le industrie, di possedere beni immobili; accrebbe loro i tributi e le imposte. Vietò loro perfino di assumere il titolo di don col quale, secondo l'usanza di Spagna e di Portogallo, si onoravano gli ebrei più distinti.

E il frate, sempre cogli occhi in Bianca, la quale non aveva mai smesso di cucire, ma a certi punti della narrazione, s'era o abbuiata o rischiarata in viso, ripigliò: «Lascia che respiri, santa pazienza! La stirpe d'Aleramo crebbe, e piantò castelli e torri per tutto, in queste valli; e della storia d'Adelasia durò la diceria per secoli. Tutte le castellane, venute col tempo dalla sua schiatta, furono devote alla sua memoria, come a quella d'una santa. La imitavano in tutto; volevano somigliare a lei in tutto; massime in quel punto d'innamorarsi di chi loro piaceva. Ora accadde che una di queste, figlia del marchese di C... aveva preso a voler bene ad un poveraccio, il quale d'armi e di cavalleria ne sapeva quanto ne so io, frate pacifico. E non c'era santi a farle sposare un barone, che aveva castelli e vassalli, e che la voleva, sto per dire, viva o morta. Il padre della zitella si prese termine d'un anno e un giorno; e pregò lui d'andare in Terra Santa, a procacciarsi onori e meriti in faccia a Dio. Egli intanto si sarebbe adoperato a consigliare la figliuola, e alla fine le nozze si sarebbero fatte. Il cavaliero partì lasciandosi addietro il cuore: e fu in Palestina dove degli infedeli ne uccise tanti, che i menestrelli lo onoravano colle loro canzoni, sotto le tende dei più gran principi della cristianit

Solea creder lo mondo in suo periclo che la bella Ciprigna il folle amore raggiasse, volta nel terzo epiciclo; per che non pur a lei faceano onore di sacrificio e di votivo grido le genti antiche ne l'antico errore; ma Dione onoravano e Cupido, quella per madre sua, questo per figlio, e dicean ch'el sedette in grembo a Dido;

Dalla quale laudevole sentenza mossi alcuni cosí egregi come antichi popoli, alcuna volta di deitá, altra di marmorea statua, e sovente di celebre sepoltura, di triunfale arco, di laurea corona o d'altra spettabile cosa, secondo i meriti, onoravano i valorosi; per opposito agrissime pene a' colpevoli infligendo.

Solea creder lo mondo in suo periclo che la bella Ciprigna il folle amore raggiasse, volta nel terzo epiciclo; per che non pur a lei faceano onore di sacrificio e di votivo grido le genti antiche ne l’antico errore; ma Dïone onoravano e Cupido, quella per madre sua, questo per figlio, e dicean ch’el sedette in grembo a Dido;

Lionora Di Napoli, Principessa e Marchesa di Spaccaforno, indossava l’abito di Malta e la gran croce di devozione³⁷¹: e quando ogni anno il Gran Maestro dell’Ordine mandava il solito tributo solenne del falcone a Re Ferdinando, ella, in mezzo ai pochi cavalieri che della distinzione si onoravano, attirava gli appassionati sguardi della folla. ³⁷¹ Villabianca, Diario, in Bibl., v. XIX, p. 223; v.

Questa buona e laudevole intenzione della rozza etá mosse molti a diverse invenzioni nel mondo multiplicante per apparere; e dove i primi una sola deitá onoravano, mostrarono i seguenti molte esserne, comeché quella una dicessono oltre ad ogni altra ottenere il principato; le quali molte vollero che fossero il Sole, la Luna, Saturno, Giove e ciascuno degli altri de' sette pianeti, dagli loro effetti dando argomento alla loro deitá; e da questi vennero a mostrare ogni cosa utile agli uomini, quantunque terrena fosse, deitá essere, come il fuoco, l'acqua, la terra e simiglianti.

Mossi adunque piú cosí egregi come antichi popoli da questa laudevole sentenzia e apertissimamente vera, alcuna volta di deitá, altra di marmorea statua, e sovente di celebre sepultura, e tal fiata di triunfale arco, e quando di laurea corona secondo i meriti precedenti onoravano i valorosi: le pene, per opposito, a' colpevoli date non curo di raccontare.

Queste cose, che tanto onoravano il Deza, mandò a ricordargli Cristoforo Colombo: ma è da credere che l'arcivescovo di Siviglia non potesse far più, per l'amico, nessuno di quei buoni uffici che aveva fatti il lettore di filosofia del convento di San Domenico in Salamanca.