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Aggiornato: 29 giugno 2025
Cosí infelice non piú aver riposso giammai vi spero; e d'uno in altro campo, qual timidetta lepre, uscendo, un fosco antro di spine trovo e vi me 'mbosco. Ei, quando avanti lui giunto mi vide, scosse le membra e tutte si li ruppe. Stupido, il guardo ch'ei digrigna e ride e par che 'n altri volti s'avviluppe.
Vedëa Brïareo fitto dal telo celestïal giacer, da l’altra parte, grave a la terra per lo mortal gelo. Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d’i Giganti sparte. Vedea Nembròt a piè del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che ’n Senna
Celso aveva allora diecisette anni; ma essendo stato da piccino gracile e infermiccio, era cresciuto meschino di membra, sicchè ne mostrava quindici appena. Venne al mondo in un anno di tristezza e di sventura per la Teresa, e del quale tanto lei che Vittore non parlavano che colle lagrime agli occhi; nell'anno che vide la rovina di Napoleone, e il rimpasto del passato.
Ho udito tutto e so tutto, Elenka; non riescirai no con degli inganni ad arrestare la morte che pende sul tuo capo. So dove trovasi Abd-el-Kerim, perchè udii ciò che ti narrò Tepele. Se conti poi sul ribelle, t'inganni; Omar l'ha ucciso. Un tremito agitò le membra della greca. Comprese ormai che era irremissibilmente perduta ed ebbe paura. Fathma, diss'ella dopo alcuni istanti di esitanza.
Io sí ti dixi che la caritá dava vita a tucte le virtú, e cosí è: che veruna virtú si può avere senza la caritá, cioè che la virtú s'acquisti per puro amore di me. Ché poi che l'anima ha cognosciuta sé, come di sopra dicemmo, ha trovata umilitá e odio della propria passione sensitiva, cognoscendo la legge perversa che è legata nelle membra sue che sempre impugna contra lo spirito.
Ah! la morte... mormorò Beatrice, e la funesta parola passando per le labbra vermiglie, le ghiacciò, le imbianchì; subito dopo il freddo sudore le cosperse la fronte, raccapricciò per tutte le membra, e i sopraccigli declinando gravi le adombrarono le pupille smarrite.
Il labbro superiore e il mento accuratamente rasi, lasciavano risaltare una bocca sottile, ornata di denti bianchissimi, ch'egli faceva spesso vedere, con notevole compiacenza. La magrezza delle membra, coll'aiuto d'un vestimento all'inglese, simulava sveltezza di forme.
Fu lo scorrere però di alcuni pochi secondi... e a un tratto s'arrestò... atterrita s'arrestò, come se una voce cui non le fosse possibile disobbedire, d'improvviso le suonasse minacciosa e fatale, e si ritrasse e tornò a rimpiattarsi nell'angolo della carrozza con uno sforzo straordinario dell'animo e delle membra, quasi che al posto del Palavicino si fosse messa a seder davvero la squallida e truce figura del Baglione.
Senonchè, cosa inusitata e non più vista da sei anni, nella triste camera la lucerna era accesa, e nel seggiolone di velluto era assiso, o, a dire più veramente, sprofondato, un giovine pensieroso. Giovine! Tale almeno appariva dalla snellezza delle membra e dal lampo degli occhi.
Una immensa stanchezza mi prostrava; tutte le membra mi pesavano. Reclinai il capo sul lembo del guanciale; rimasi alcuni minuti in quell'atto oppresso da una pena indefinita. Sussultai udendo la voce di Giuliana che diceva: Tu mi nascondi qualche cosa. No, no. Perché? Perché sento che tu mi nascondi una cosa. No, no; t'inganni. M'inganno. Tacque. Appoggiai di nuovo il capo sul lembo.
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