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Aggiornato: 2 giugno 2025
Dopo colazione s'intratteneva col cavalier Maurizio a parlar di terreni, d'industrie e di politica, o giuocava a carte con la signora Carlotta pazientemente. Nicla aveva finito per guardarlo con occhio benevolo, quantunque fosse ancora lontana dal partecipare all'ammirazione che per il giovane avevano e dichiaravano il padre e la madre di lei.
Che cos'era avvenuto alla Balma, perchè si scrivessero di queste lettere a lui? Niente di male, a buon conto; e Maurizio incominciò a metter fuori un sospiro di sollievo. Poi, diffidente com'era e amante di sofisticare su tutto, almanaccò un pezzo sul fatto che la lettera fosse scritta dalla contessa. Ma il poscritto del generale era l
Il cavalier Maurizio centellava, dopo il caffè, un bicchierino di liquore giallo; e la signora Carlotta si faceva aria col ventaglio, sfogliando con la sinistra sulla tavola una rivista di arte, di cui non comprendeva niente, nè figure, nè termini, nè scopi. Nicla girò la poltrona verso sua madre.
Diciamo piuttosto soggiunse Gisella, con la sua graziosa malizietta, che la montagna è assai bella, che qui si sta bene, e ci si chiacchiera meglio. Avrò dunque il piacere di vedervi in alto. E poi, e poi, spero bene che appianeremo tutto, non è vero? Ah! impossibile; proruppe Maurizio. Impossibile che ci rivediamo alla Balma.... E forse, anche qui.... Che cosa dite, signor Maurizio? perchè?
Maurizio stava a sentire, attonito, sbalordito, ma non da quelle parole, a cui del resto prestava poca attenzione, contentandosi di gustarne la musica. Non poteva credere a sè stesso, non riusciva a capacitarsi com'ella fosse l
Morto quello, non aveva potuto lasciar solo e vuoto il vecchio palazzo, dove cinque generazioni di Sospelli di Vaussana erano passate, e dove era naturale che ella restasse per custodire il posto alla settima, se mai il fratello Maurizio si risolvesse di continuare la stirpe.
Maurizio fu per un istante affascinato; e istintivamente obbedendo, guardò nel vuoto. Rumoreggiava l'abisso, e nel tumulto assordante delle sue mille voci pareva chiamarlo.
Il generale si buttò nelle braccia di Maurizio, mescolando lagrime e ringraziamenti. Maurizio, a tutta prima confuso, accolse in silenzio quella dimostrazione affettuosa, che sentiva di meritar così poco. Ben presto la loro attenzione fu rivolta alla povera giacente. Le gocce dello spiritoso liquore l'avevano rianimata un tratto. Ma il respiro era quasi impercettibile, e si sentivano appena i battiti del cuore. Raccomandato a Biancolina di strofinar lei le braccia e il seno dell'inferma, il dottore aveva messo mano ad altri apparecchi, per farle alcune iniezioni ipodermiche di etere e di liquore anisato di ammonio. Era di una operosit
Soltanto allora Maurizio incominciò a respirare, e le sue labbra osarono atteggiarsi ad un mezzo sorriso.
Il generale, del resto, a poco a poco aveva spianate le rughe, e si degnava di mettere qualche parola nel dialogo. Maurizio gli rivolse il discorso, temperatamente, placidamente, come se nulla fosse avvenuto. Frattanto doveva prendere commiato, avendo fretta di andare pel medico.
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