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Aggiornato: 24 giugno 2025
Intanto, si spargeva tra i crocchi la voce che il Bardineto, il braccio destro del marchese Galeotto, era stato preso, mentre, con un pugno di arditi cavalieri, tentava di attraversare la cerchia degli assediati, per riuscire sulla via di San Giacomo. L'imboscata in cui egli doveva cadere, era comandata da Giovanni di Trezzo. Questo nome risvegliò i sospetti del Maso. Giovanni di Trezzo!
Il Maso, tutto orecchi da un'ora ad ascoltare quell'importantissimo dialogo, nello stupore onde lo avevano compreso certe inaspettate rivelazioni, non era stato saldo abbastanza. Si aggiunga che il paggio di Anselmo Campora non era più l
Mastro Bernardo, gridò il Picchiasodo, troncandogli i suoi complimenti a mezzo, non lo sai tu l'adagio: chi n'assaggia ci torna? A te, ragazzo; tieni i cavalli. Ve li metto al coperto? disse il Maso, pigliandoli per le briglie. No, no, tirati l
Il Maso colse il destro di quella conversione, per dare una sbirciata dietro di sè. Il cuore gli fece un sobbalzo di contentezza, poichè non molto lunge ondeggiava l'insegna del marchese Galeotto, e al grido di «San Giorgio e Carretto» i suoi compagni d'arme muovevano spediti all'assalto. Ma ohimè, la gioia del Maso non durò che un istante.
E di messere Antonello da Montefalco, ai servigi del quale sono accomodato come paggio. Di quel traditore, che in principio della guerra era con noi? Grama casacca, quella che dentro l'anno si volta! Buon per te che non lo servirai più. Vuoi restare con me? Messere, rispose maliziosamente il Maso, questo sarebbe un voltar casacca ancor io.
Epperò non ci mancava la persona del Maso, che si vedeva marciare di costa al cavallo del capitano, colla sua balestra manesca in ispalla. Al Fregoso queste continue sortite degli assediati davano una molestia incredibile e direi quasi superiore alla loro importanza.
Non in Sutera soltanto... anche a Cammarata... a Termini, nella valle... l'ho sentito lodare... e ne godevo come d'elogio fatto a me stesso. Nell'inverno passato a me mancò il grano e Pardo me lo donò. Ed a me rifornì il casale. Alla mia vecchia mamma... lo sapete Maso?... regalò coltri e lenzuola... Tutti nella valle lo amano e lo salutano. Con lui vinceremo.
Gratitudine di ventre satollo! doveva dire il Picchiasodo, più tardi. Del giro che fece un segreto prima di uscire ad utile di qualcheduno. L'ho detto; il Maso correva, volava come il dio Mercurio portalettere, o come Iride, messaggiera d'Olimpo.
Che, le fa caldo?» domandava Maso. Pure badi che le fumano ancora gli abiti indosso. Sì, sì» gridò questi con un tono dispettoso: ma finite cotesta cantafavola, prima che vi venga un canchero nella lingua. Non so come diavolo c'entrino queste bubule con quanto io vi ho domandato.
Il suo apparire sull'erta fu prontamente notato, e un verettone, scagliato da mano maestra venne a fischiargli all'orecchio. Se in quel punto e' non avesse dovuto cansarsi da un sasso che attraversava il sentiero e perciò non si fosse tirato da banda, povero Maso! il suo segreto era morto con lui.
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