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Aggiornato: 24 giugno 2025
Si fermò allora, pensando tra sè come avrebbe potuto fare per dar negli occhi a quell'uomo. Intanto il Tanaglino, che non aveva le stesse ragioni per trattenersi, gli diede una spinta nelle reni. Il Maso fu pronto a cogliere quella dolorosa occasione. Tanto è vero che tutto il male non vien per nuocere. Oh insomma! gridò egli, voltandosi, tra piagnoloso e stizzito. Che è ciò?
Maso invece (così chiamavasi il mugnajo), uomo che aveva girato il mondo, cioè era andato a prendere grano e riportar farina sino a Cremona e a Casalmaggiore, e che davasi a intendere d'aver conosciuto gli uomini perchè aveva conosciuto molti gastaldi e molti granaj, le dava sulla voce, e Come? vorresti tu rubargli questa fortuna? Non vedi? egli è un diavoletto. Gran salute, gran coraggio, grande appetito; ha tutte le condizioni per diventare un grand'omo. Lascia pure che sua signoria se lo conduca, e vedrai, far
Dove è detto del Maso, ragazzo, come cangiasse stato e quante volte padrone. Domando una grazia ai lettori; ed è quella di ricordarsi d'un personaggio umilissimo, apparso nei primi capitoli di questo racconto, del Maso, a farla breve, del ragazzo che servì i due forastieri all'osteria dell'Altino.
Il Maso non volle saperne altro, e mentre i due si alzavano da sedere, corse difilato, come gi
Che c'è? chi mi chiama? gridò egli con piglio impaziente. Son io, messere Anselmo; non mi conoscete? Io! persona, prima; borbottò il Picchiasodo; e che altro sei tu? Il Maso, messere; non mi abbandonate. Sono il ragazzo dell'Altino. Ah! disse il vecchio soldato, inarcando le ciglia. Diffatti, la riconosco, quella tua faccia di capocchio. Vien qua, buona lana, e non avertelo a male.
La secchia non ha bevuto e galleggia. Ora dimmi, bertuccione; come faresti tu a cavarla dell'acqua? To'! disse il Maso. La bocca del pozzo non è troppo larga; mi calo dentro, aiutandomi colle mani e coi piedi...
Si pentì dell'atto, come in fin di vita non si sarebbe pentito de' suoi peccati; ma il pentimento non gli serviva un frullo, poichè Anselmo Campora s'era alzato da sedere ed accennava di voler uscire dalla baracca. Ora il Maso fu pronto ad intendere che se il Picchiasodo lo coglieva l
È una pittima cordiale, il vostro marchese! Far combattere i suoi soldati a ventre digiuno! Gli è un buon massaio e tira allo sparagno; rispose il Maso, che volea dire e non dire. Sapete, messere Anselmo? Lo sparagno è il primo guadagno. Capisco, sì, capisco che siete agli sgoccioli. Oh questo poi!
E di buon umore», ripigliava la Nena. E carico di onori e di ricchezze», aggiungeva Maso, il quale, pratico del mondo, sapeva in che consistano le sue felicit
A te, Vernazza; due giri di corda e legami questo ribaldo. Il soldato, che rispondeva al nome di Vernazza, si cavò di sotto il farsetto la corda di ricambio della balestra e l'avvolse prontamente, senza tanti riguardi, intorno ai polsi del Maso, che si trovò per tal guisa ammanettato come un ladro in mezzo ai sergenti della giustizia.
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