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Aggiornato: 6 giugno 2025


Eppure! ove si trova un paese più favorito dalla natura: con un cielo unico, un clima stupendo, produzioni variatissime ed eccellenti, popolazioni vivaci e d'intelligenza non superata da altri popoli, soldati che sarebbero senza dubbio i primi del mondo, se fossero ben diretti, marinari non secondi a nessuno?

¹ Pochi sono i marinari che viaggiano in Levante e non acquistano una fascia o cintura di lana. ² Nomi delle barche in generale o palischermi. Ebbene, colla stessa agilit

Tolgo dal PUYMAIGRE (Romanceiro, p. 174) questi altri raffronti: La courte paille, canto pubblicato dallo Smith nella Revue des langues romanes (nov. e decembre 1879, p. 248); LUZEL, ecc. ediz. cit.; due canzoni catalane, che si leggono in PELAY-BRIZ, Cansons de la Terra, Barcelona, 1866-77, t. IV, p. 32-33; ed un canto di marinari edito dal BRAGA (Cancioneiro pop., Coimbra, 1867, p. 144). Eccolo nella traduzione del Puymaigre, non avendo presente l'originale:

Giurami su questa bottiglia come sei arrivato qui. Io mi son salvato sopra un barile di Xeres che i marinari avevano buttato in mare: lo giuro per questa bottiglia che mi son fabbricato con la scorza d'albero appena giunto a terra. Ed io su questa bottiglia giurerò d'esserti fido suddito: che non è cosa terrena il suo liquore. Su via: raccontami come ti sei salvato.

Il Perù, il Chilì, e tutta la costa americana del Pacifico, è zeppa dei nostri arditi navigatori. Nel Rio della Plata, dal palischermo che vi sbarca, al piroscafo ed alla palandra che vi conducono nell'interno di quei fiumi immensi, son quasi tutti italiani. Ed il Governo italiano sa esso di avere il fiore dei nostri marinari sparsi sulla superficie del globo?

Poi ch’ell’ avea ’l parlar così disciolto, cominciava a cantar , che con pena da lei avrei mio intento rivolto. «Io son», cantava, «io son dolce serena, chemarinari in mezzo mar dismago; tanto son di piacere a sentir piena! Io volsi Ulisse del suo cammin vago al canto mio; e qual meco s’ausa, rado sen parte; tutto l’appago!».

ARIEL, spirito aereo. Altri spiriti al servizio di Prospero. La scena è a bordo di una nave sul mare, poi in un'isola disabitata. A bordo di una nave, sul mare. Una bufera con tuoni e fulmini. Entrano il PADRONE della nave e il QUARTIERMASTRO. Mastro.... Eccomi, Padrone: che c'è? Bene. Parla ai marinari e manovrate alla spiccia: altrimenti andiamo tutti a fondo. Presto! presto! Exit.

Poi ch’ell’ avea ’l parlar così disciolto, cominciava a cantar , che con pena da lei avrei mio intento rivolto. «Io son», cantava, «io son dolce serena, chemarinari in mezzo mar dismago; tanto son di piacere a sentir piena! Io volsi Ulisse del suo cammin vago al canto mio; e qual meco s’ausa, rado sen parte; tutto l’appago!».

Poi ch'ell' avea 'l parlar cosi` disciolto, cominciava a cantar si`, che con pena da lei avrei mio intento rivolto. <<Io son>>, cantava, <<io son dolce serena, che' marinari in mezzo mar dismago; tanto son di piacere a sentir piena! Io volsi Ulisse del suo cammin vago al canto mio; e qual meco s'ausa, rado sen parte; si` tutto l'appago!>>.

Tre giorni dopo arrivato, col mio bravo cassettino ad armacollo e col mazzo di pennelli tra mani, infilavo, entrandovi da Borgo Loreto, il lungo vicolo Giganti, pel quale si spunta alla Marinella. Tu non sei stato mai a Napoli e non puoi sapere che sieno questi vicoli di Borgo Loreto, topaie di marinari miserabili, vestiti di lana doppia, puzzolenti, neri come il carbone.

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