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Aggiornato: 19 giugno 2025
Appena superata la salita s'entra nel villaggio, e lì a capo c'è subito un gran casone bianco, con una spianatella dinanzi da cui si domina maravigliosamente la strada che si contorce al disotto sulla falda del colle e la pianura che si stende a' suoi piedi.
E percioché questa è la primiera volta che di questa donna nel presente libro si fa menzione, non pare indegna cosa alquanto manifestare di cui l'autore, in alcune parti della presente opera, intenda nominando lei, conciosiacosaché non sempre di lei allegoricamente favelli. Fu questa donna maravigliosamente amata dall'autore.
L'energia slava della testa spiccava maravigliosamente su quel piedestallo di trapunto e sullo sfondo di cuoio cesellato della tappezzeria. La Baronessa sedeva, molto allungata, su una poltrona, con un braccio penzolone. Fumava una sigaretta di tabacco orientale ed un molle sorriso sfiorava, tra le fresche gote carnose, le tumide e rosse sue labbra.
Fu caso quello, o piuttosto presentimento? L'uomo non conosce le arcane virtù della natura. Il Conte guardò fisso la donna; e vedendola maravigliosamente bella i suoi occhi si aggrinzirono, e le pupille mandarono un baleno. Chi siete voi, buona gente, e in che cosa posso accomodare ai bisogni vostri?
Teodoro de Banville ci ha lasciato il ritratto del giovane poeta. «Testa maravigliosamente incantevole; carnagione di un pallore caldo, color d'ambra; sopracciglia diritte e morbide; occhi fiammeggianti, vaghi, umidi in una e brucianti, pieni di fantasticherie, occhi che ci vedono poco, ma belli a vedersi; labbra voluttuose, pensose, quasi sanguinanti; barba fine, infantile; capellatura fitta, abbondante bruna; orecchio piccolo e delicato; insieme di virile rigoglio e di grazia femminile.»
Lasciò subito di guardare le piante e si avanzò verso l'invetriata della stufa, per veder meglio la gloriosa apparizione, che incedeva snella e leggiera tra le aiuole deserte di fiori. Era essa il fiore del giardino, il giglio delle convalli, e la sua bellezza verginale si accordava maravigliosamente con quella dell'agreste natura.
Su lei cadde. Maravigliosamente la vestì. Nelle sue trecce disciolte penetrò la nuvola degli incensieri. Vidi una striscia di vapore cingerla come una clámide bianca. La musica, divenuta fumo, s’immerse ne’ suoi capelli scintillanti. Non era più nuda, non era più la danzatrice di Mágdala, ma quella che disse una sera al pallido Uomo di Galil:
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