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Del resto, quel che avvenne nella mente e nell'animo della Ginevra al vedere dinanzi a , come se per arte di magia fosse avvenuto un repentino tramutamento, la faccia bella e giovanile del Palavicino, invece della turpe canizie del Baglione, che tumulto scompigliato di nuove sensazioni, e di nuovi affetti succedesse in lei, non può essere spiegato che da quel grido ch'ella non potè trattenere, e che fe' correre un gelo per l'ossa al Palavicino, il quale si tenne perduto, tanto timore lo prese che, accorrendo la moltitudine, fosse presto un terribile intrigo.

di non potermi più distaccare da quest'opera di magia! Sono ora penitente, e così resto; vi giuro che ci resto finché Egli non m'abbia ricevuto. Ma poi voi due, dopo la revoca della scomunica, dovreste implorarmi questo dal Papa che lo può: di staccarmi di l

Ma è minacciosa la profonda e mesta Calma che rassomiglia ad una morte... Ed ecco, lungi, un soffio di tempesta Ed un fragor di ferree infrante porte! Sordo rumor e lampi ardenti e tuoni, Tenebra fitta e luce che ne abbaglia... E in mezzo alle fulgenti visioni La letale magia della battaglia! Di gente affaccendata è pieno il porto.

Il sole si spacca all'orizzonte come un uovo di prestigiatore giapponese e subito la brezza con dita agilissime ne fa scorrere fuori cento nastri di seta rosei rossi verdi viola argentei bianchissimi che salgono verso lo zenit impadiglionando il paesaggio. La magia di quest'aurora mi preoccupa.

Contro a questo libro del Tartarotti pubblicò il Marchese Maffei due operette, l'Arte magica dileguata, e l'Arte magica distrutta; ed avendo il Tartarotti, e con lui molti altri scrittori, combattuto in difesa della Magia, pubblicò finalmente l'Arte magica annichilata.

Il futuro storico fiorentino nel grande storico romano, attraverso la pompa magnifica dello stile, non cerca il critico o il filosofo, ma l'espositore: tutto è uguale per lui, il racconto di una magia e quello di una battaglia. La favola della fondazione di Roma non lo mette in sospetto, la simbolica delle prime forme giuridiche e politiche non nasconde nulla per lui quasi contemporaneo del Sigonio, che stava per aprire all'erudizione la grande via della critica. Macchiavelli non è un erudito un giurista. Il segreto della storia romana star

Risuscitò l'ignota poesia, Evocando col suo desir possente Il fulgore infocato e la magìa Dell'Orïente, I monumenti sotto il cielo aperto Nella tòrrida luce polverosa, E la sublime noia del deserto Senza una rosa. Disse Bisanzio dove l'onda bagna L'alte moschee dalle dorate fronti, I calli angusti nella dolce Spagna In mezzo ai monti.

Pur con sensi diversi or vi rimiro, O libri tanto amati a' primieri: Vate son io, ma spento è in me il desiro Di prostrarmi idolatra anzi agli Omeri. Se volgendo lor carte ancor sospiro, Magìa non è de' grandi lor pensieri: Più d'un libro m'è caro, e pure in esso Di rado cerco lui; cerco me stesso.

Se li chiama intorno e dice piano, in gran segreto: Non basta che mi riceva. Voi sapete che egli può «tutto» vi dico «tutto» Evoca perfino i morti! Si picchia il petto. Eccomi qua! Mi vedete! E non c'è arte di magia che gli sia ignota. Ebbene, Monsignore, Madonna: la mia vera condanna è questa o quella guardate indica il suo ritratto alla parete, quasi con paura,

È un mostro pensava ecco, io gli della carta bianca da mangiare, ed egli me la rende scritta, e con tante belle cose che poi si spargono per il mondo a seminare il sapere; è come una magìa; e avrebbe voluto legger tutto quello che stava scritto su quelle pagine, e il suo sogno era di veder smontare una di quelle macchine, e di poter riuscire a combinarla colle sue mani.