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Aggiornato: 8 giugno 2025
«Ah! io ero curioso, io ero interessante; bisognava vedere com'era fatto questo filosofo, questo anacoreta, quest'essere a parte, di cui nessuno fra quelli che vi circondavano aveva potuto ancora darvi un'idea! Bisognava provare su di lui la sottile magìa dei vostri profumi, la dolcezza del vostro sorriso, la melodia della vostra voce, la soavit
Invece la forma umana che parlava, l'aveva afferrata intorno al busto, le aveva passato sul petto, sulle reni, una mano accorta comunicandole brividi inenarrabili, con una carezza nuova, con uno sfiorar di piume sulla vibratile colonna nervosa; onde a poco a poco entro le vene ella aveva sentito scorrere non sangue ma lava, e dalla bocca le erano sfuggiti singulti di desiderio.... Era balzata infine dall'acqua, le membra asciutte quasi per magìa e odoranti un balsamo più intenso dei profumi che esalavano dal bagno.... Pronta per l'amore, era uscita, s'era ritrovata presso la gran porta chiusa, al sommo della scala ricoperta di tappeti doviziosi e di femmine o seminude o nude.
»Qual'è la tua magia, il tuo ineffabile incanto, o patria, o dolce nome, che ci sei tanto caro!
Che le ha egli detto? forse l'ha toccata con qualche breve di magia?... non so; ma ella gli si avventa al collo dimentica del verginale decoro, sì come donna innamorata; egli la stringe col manco braccio alla cintura, e levatala da terra se la porta dietro Manfredi.
Mi pareva anche da sentirmi un che di estraneo dentro la testa, quasi quel cranio non fosse solamente incastrato nella creta, ma si fosse sostituito al mio, o almeno tentasse di sostituirsi al mio, come per opera di magìa.
La loro corrispondenza era stata poco attiva: le espressioni non le mancarono però; ella non intendeva quella magia dello sguardo, che parla così bene all'anima, e quella dolcezza di accenti, che versa un balsamo salutare nei cuori afflitti e desolati.
Ti dispiace? interrogò. Non mi dispiace affatto, rispose la contessa allontanandosi. Aveva veduto sul tavolino la busta, le carte coi segni ch'ella odiava; tutta la sua vita brancolante di fanciulla povera dalla biancheria di cotone era balzata fuori come per magìa da quel baule, a rammentarle la cecit
A tempo di questo Papa Giovanni Pico della Mirandola di ventitrè anni sostenne a Roma le sue famose tesi in tutte le scienze, non escluse la Magia, e la Cabala, comprensive novecento proposizioni estratte da scrittori greci, latini, ebrei, e caldei; più tardi tredici ne furono trovate eretiche, e il Pico non mancò difenderle a spada tratta. Fra le tesi condannate, vale il pregio ricordare queste.
E guardava con un senso d'invidia quel libro che il padrone consultava a ogni po'. Doveva essere un libro di magia! Una volta, nell'assenza di esso, Cardello avea provato di leggerlo, ma non ci aveva capito niente!... Si era però trascritto il frontispizio, per ogni caso; leggi e rileggi, doveva finire con intenderlo! La buona volont
Gioconda gli prese la destra fra le sue piccole mani, e la tenne, in silenzio. Egli si chinò a baciarla. Come per magia, il malumore e l'ostilit
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