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Aggiornato: 20 giugno 2025


Per le strade e pei vicoli, non essendo giorno di festa, si vedeva il solito viavai: ma un attento osservatore avrebbe facilmente notata l'assenza dello zerbinotto e della signora elegante. Infatti, era un lunedì, e il veglione del teatro Carlo Felice era finito alle sei del mattino. Le belle dormivano; e l'ora dei belli, come la dicono a Genova con frase molto gustosa, non era anche suonata. I belli duravano ancora nel primo sonno, quantunque fossero le undici all'orologio delle Vigne, le undici e un quarto a quel della Posta. Notiamo di passata che gli orologi di Genova non sono punto dissimili da quelli delle altre citt

«Lunedì. Ebbrezza folle... ed uno scheggiale di diamanti. L'ò trovato bello, ed ò abbracciato il donatore. Se mi avessi un cuore di ricambio, glielo confiderei. Mi fa piet

Vediamo un po'. Lunedì prossimo, direi. Nel frattempo, e Mrs Doyle tossì, visto che i Van Osten ci tengono tanto alle apparenze (che volete? è gente fatta così!), sarebbe forse bene che passaste da Brooks... che vi... vi... vestir

Quelle venti o trenta persone, che rappresentavano il sancta sanctorum del bel mondo veronese, e al club si appartavano per conversare in un circolo altrettanto intimo quanto ristretto, e che si riunivano al lunedì dalla marchesa d'Arcole, al mercoledì dalla generalessa Brocca di Broglio, e al venerdì da madama Kraupen, erano state scosse nella loro inerte monotonia da una notizia importante: il conte Andrea di Santasillia ritornava a Verona.

Sovvienti, Diego, delle parole di nostra madre, accanto al nostro povero fuoco, quand'ella non poteva più lavorare: Coraggio, figli miei, diceva la povera donna, Dio non paga il sabato. la domenica, il lunedì, alcun giorno della settimana.... Io attendo il mio salario da quarant'anni. Giammai. Il dado è gettato. Io voglio esser vescovo. Io l'ho promesso a mons. Laudisio.

Ah! ben gli sapeva d'amaro questo nuovo sacrifizio, e, per quanto rammollito e ricurvo dalla sventura, il suo animo aveva fieramente riluttato un bel pezzo; ma poi aveva fatto come il malato che ha da tracannare una disgustosissima bevanda, il quale chiude gli occhi e la caccia giù; e il mattino del lunedì si presentava vergognoso e raumiliato nell'anticamera della signora marchesa.

Ah! pensava il conte: è proprio del carattere di don Francesco di ostinarsi, e volere una cosa a qualunque costo, assolutamente.... Sempre fu così! Povera giovane! Giunse il lunedì; si fecero le nozze nella cappella, quasi segretamente. Il marchese istesso volle assistervi, e vi si fece trasportare nel suo gran seggiolone. Quali nozze! che foschi presagi!

L’altro a scusarsi di non saper fare cosa degna del Re e il Re a lodargli il disegno che aveva veduto; breve: si rimase che il lunedì venturo lo studente sarebbe andato ospite della Maest

Balena lingua salata, il giovane abatino, magro, vivace, ed il Coadiutore suaccennato. Ed appena fuori dal negozio, stava per caso, un gruppo di artigiani in vacanza, perchè era lunedì.

Portava sempre abiti di mezza stagione, uno tutto grigio e l'altro tutto caffè scuro, che combinava in modo sapiente, come le scarpe, allo scopo di far credere avesse un corredo di vestiario fornito quanto quello d'un principe. Anche per le vesti aveva una specie di programma di questo genere: lunedì: calzoni grigi gilè e soprabito caffè. martedì: gilè e calzoni grigi soprabito caffè.

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