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Aggiornato: 26 giugno 2025


Loreta tardò un istante a rispondere ciò che Mattia interpretò come conseguenza del naturale imbarazzo di lei al cospetto del forastiero; ma lo fece quindi con voce ferma e con una frase felice: Gli amici di mio marito non possono che essere i benvenuti nella nostra casa. Ella poi, signor conte....

La contessa l'ascoltò seria, senza toglierle dal viso i suoi sguardi penetranti, poi tendendole la mano brevissima e gelida, che Loreta strinse timidamente: Vi ringrazio di questa promessa, signorina, ella disse un po' rigidamente. M'affido ch'essa sia sincera e che voi la saprete mantenere.

Con uno sforzo sopra stessa Loreta volle mostrarsi indifferente. Parlò con diffusione al marito di vari interessi domestici, degli acquisti fatti in Udine; dell'incontro avuto con parecchi loro amici. Poi, quando la Vige venne ad avvertire che il pranzo era pronto, si pose a tavola, affettando un'ilarit

Queste immagini, che dapprima passavan di rado nella mente della signora Chiara e che una parola lepida di suo figlio bastava a fugare, ora le rinascevano più vive. Le rinascevano specialmente in quelle ore della sera, quando, sentendosi stanchi gli occhi, smetteva il lavoro ed ascoltava le letture di qualche buon libro, che Loreta le veniva facendo.

Loreta, per piet

Vestiva il suo solito abito nero, ma aveva lo scialle e un velo in testa, come pronta ad uscire. La domestica spalancò tanto d'occhi. Loreta non scendeva mai così presto; poi... uscire col tempaccio che faceva! Infatti, durante la notte un violento uragano si era scatenato, ed ora sulle campagne allagate spirava un fortissimo vento. Signorina, esce?

La notizia del matrimonio di Mattia Sant'Angelo con sua cugina Loreta Lambertenghi si diffuse rapidamente nel paese. Agli amici veri e provati e Mattia ne aveva certo di molti essa giunse oltremodo gradita. "Era tempo (dicevano i più) che quel benedetto professore provvedesse ai casi suoi. Dopo la morte di sua madre faceva piet

Dicendo così con voce rotta, quasi con un rantolo di gioia e di trasporto, le sue mani faceansi sempre più forti, stringendola in una stretta disperata. Loreta, Loreta!

Agnul timidamente ripetè la sua domanda. Fu in questo momento che una carrozza, la quale scendeva dal paese, s'incrociò con quella dei Sant'Angelo. E tosto una voce: quella di Alvise Polverari, ordinò vibratamente al cocchiere di fermarsi. Subito i cavalli si arrestarono e il conte Alvise, balzato a terra, s'affrettò premurosamente al carrozzino, in cui sedeva Loreta. Ella pure diretta a Moruzzo?

Alvise, e questo non è amore?... Come foste ingiusto verso di me, Alvise! Come mi avete giudicata male! Egli che l'aveva ascoltata interdetto, pendente dal suo labbro, colpito da quella rivelazione inattesa, come ella ebbe finito le afferrò appassionatamente le mani: Oh! Loreta, esclamò subito, come posso io dirvi la gioia immensa che voi mi avete recato con le vostre parole?

Parola Del Giorno

quell'autorevole

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