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Aggiornato: 26 giugno 2025


E rapidamente, come per un impulso naturale e castissimo, si portò la mano di lei alle labbra, posandovi un bacio con tenerezza infinita. Passato quel momento di espansione, del quale entrambi avevano sentita per diverse ragioni la grande dolcezza, si sarebbe detto che Loreta e il Sant'Angelo si fossero tacitamente accordati per evitare tutto ciò che ne avesse potuto richiamare il ricordo.

Credete che io non sappia ora ciò che voi in questo momento provate, quello che non volete dirmi, quello che la vostra anima vi imporrebbe di dirmi? Egli si avvicinò ancora, ansimando, facendo l'atto di afferrarle una mano. Ma Loreta si ritrasse subito, con energia. No, no, non temete! diss'egli rattenendosi immediatamente. E perdonatemi se mi vedete così.

Siete forte, Loreta, io vi ammiro e v'invidio. Vorrei anch'io, in questo momento, poter dire come voi dite, essere forte come siete voi. Ma non posso. No, Loreta, non posso adattarmi all'idea che voi abbiate a lasciarmi così. In voi m'ero abituato ad amare colei che fu l'amica devota, il sostegno e il conforto della mia vecchia madre: in voi ho visto continuata l'opera gentile di lei quando Iddio me la tolse. Che cosa sar

Ora? ella chiese con voce soffocata. Ora, Loreta, dovete ascoltarmi! No, soggiunse lei debolmente, no, non lo devo. No? E potete pensare che io possa adattarmi a questo rifiuto? Potete immaginare che dopo avervi ritrovata, dopo avervi riveduta in modo così strano ed inatteso, io possa rinunciare a dirvi ciò che è nell'animo mio, a chiedervi di voi, de' vostri casi, a ricordarvi il nostro passato?

Con l'anima tutta piena di questo pensiero, Loreta s'era chiusa nella sua camera e febbrilmente aveva cominciato una lettera per il conte Polverari. La penna le era corsa veloce per un intero foglietto, senza un pentimento, con quell'ardore di frasi che le veniva dalla sincerit

Per queste improvvise debolezze, delle quali avrebbe voluto cacciare da ogni ricordo, egli era assalito poi da un rammarico crudele. Così una notte egli pianse di rabbia per aver baciato furtivamente, cento volte, una sciarpa di velo ch'egli aveva trovato, dimenticata da Loreta, sopra uno de' banchi rustici dinanzi alla casa, quand'egli era rientrato.

Ma il professore ne la impedì: No, Loreta, aspettate ancora un momento, non andate via così. Voglio che voi mi assicuriate che non mi tenete carico se io apparisco talvolta così chiuso in me stesso. Non è colpa mia se son fatto a questo modo. Vi ricordate che anche la mamma me ne rimproverava sempre.... E prendendo con mano tremante una delle mani di lei: Mi perdonate, non è vero? le dimandò.

La giovane, benchè fosse preparata a questo momento, trasalì. La so, Loreta, egli riprese subito, e non posso dirvi quanto mi addolori che voi dobbiate soffrire così, senza colpa alcuna, per causa mia....

Loreta, entrata appena, si guardò intorno con curiosit

Egli ricordò. Ricordò le parole che quella stessa canzone gli aveva inspirate una notte non lontana, sulla strada di Nimis, quand'egli credulo, felice, sicuro, piegavasi all'orecchio della sua Loreta, appassionato come un amante, mormorandole un complimento che era una carezza, una benedizione, l'espressione fervidissima della riconoscenza ch'egli le doveva per la propria felicit

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