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La signora Pardo-Bazan ha frequentato, nelle sue corse a Parigi, i salotti letterari della capitale francese, specialmente quello di Edmondo De Goncourt, e li descrive con vivacissima efficacia nei suoi Appunti biografici.

Ché se poi restringiamo la nostra osservazione al campo degli studî storici e letterarî, noi vediamo come la sconfinata ammirazione, il credito immenso onde godono i grandi tedeschi del passato e, piú ancora, i piccoli d'oggi, si debba a un certo metodo che questi ultimi sono andati via via foggiando e imponendo, e grazie al quale il primo venuto, pur senza vocazione, pur senza ingegno specifico, e senza ingegno di nessun genere, può aver l'illusione di divenire critico storico umanista, può aver la soddisfazione di sentirsi proclamare tale da una schiera eletta di accoliti e da una folla innumera di persone bevigrosso.

Era una vita allegra piena di musiche, di feste, di bandiere e di entusiasmi. Silvio frequentava di preferenza gli studenti più avanzati di lui, erano giovinotti pieni di grilli, che facevano i critici letterari prima di aver compiuti gli studi, e discutevano di politica andando alla scuola.

E quante volte, ricordate, in camera charitatis, abbiamo dovuto deplorare che nelle aule di lettere, e massime dopo il miglioramento degli stipendi, si affollino giovani che per gli studî letterarî non nutrono la menoma passione, che non leggono mai una storia, un romanzo, un poeta, che non dimostrano, in genere, veruno sfavillio di pensiero: e che i giovani di piú fervido ingegno corrano invece tutti alle altre Facolt

Dopo di ciò, quando il morto signor Johnson faceva più del solito paura a Nancy, essa andava nella camera di Anne-Marie e batteva sul muro con una spazzola. E allora arrivava Peg, a passare la serata amichevolmente con lei. Spesso veniva anche George, e leggeva ad alta voce i supplementi letterari del «New York Herald». Leggeva specialmente tutte le poesie.

Senza l'entusiasmo ed il compiacimento del nuovo e dell'esotico, che spinge il Pica a traverso la letteratura decadente francese e l'arte dell'estremo Oriente, noi non avremmo questi studii letterari gli altri intorno alla pittura moderna che ne formano il compimento, ispirati e spinti come sono da identica intenzione verso le varie ricerche di nuove forme e di nuovi processi, sia per mezzo della parola, sia per mezzo del disegno e dei colori.

Questi discorsi, al pari dei panegirici, sono pesanti ed artifiziosi, e, considerati come esercizi letterari e filosofici, hanno, per stessi, uno scarso valore.

Una volta quando ero la tua amica e la tua fidanzata, tu mi raccontavi perfino i tuoi progetti letterari, senza nemmeno assicurarti che fossi capace di comprenderli; oggi che sono tua moglie, tu mi metti in disparte, e i colloquii col più intimo dei tuoi amici diventano misteriosi per me?... È un consiglio di Ariberto, anche questo? Folco guardava Gioconda, attonito. Era irriconoscibile.

Altri articoli stabilivano pene pei delitti letterari. V'erano severamente puniti i lavori di collezione e di circostanza; quei lavori di schiena che si atteggiano a lavori di testa, ec. ec.

E più che una moda, è una febbre, una smania: dall'articolista di grande giornale sino al droghiere del villaggio che manda le nozioni di chimica al giornaletto del capoluogo; dal romanziero rinomato sino al biondo adolescente che pubblica le sue novelle sui letterari e clandestini periodici della domenica; dalla scuola romantica che muore, a quella realista che crede di essersi affermata; dal poeta sommo a quello che confeziona sonetti: tutti, tutti pare abbiano il vivissimo bisogno di lasciare il proprio nome e di prenderne un altro.