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Aggiornato: 20 giugno 2025


Il coraggio, il sangue freddo dei legionari Italiani in quelle ardue pugne furono così straordinari, da corroborare l'opinione generale del valor italiano e spingere il loro comandante a qualunque straordinaria impresa, a cui i militi volontari corrisposero sempre quando, lontani dai tristi, non erano sotto l'immediata influenza di traditori, che parte per gelosia delle onorevoli gesta dei Volontari, parte per soddisfare la loro indole birresca e prostituita vorrebbero vederli screditati e perduti.

Nelle ore pomeridiane i tentativi di riprendere le posizioni perdute, furono dai garibaldini rinnovati con grande energia ed insuperabile eroismo; nonostante le perdite gravissime, i Legionari, i bersaglieri del Pietromellara e quelli del Manara si slanciarono ad un nuovo attacco anche contro il Casino dei Quattro Venti: i due aiutanti di Garibaldi, Goffredo Mameli e Augusto Vecchi erano alla testa dell'ardita falange, il primo, Goffredo Mameli, caro sopra tutti a Garibaldi, ne riportò una ferita mortale.

Costa ed Aguilan avean seguito la Legione Italiana di Montevideo in tutte le sue gloriose fazioni, ed erano tanto entusiasti degli Italiani, che non vollero abbandonarli alla loro partenza per l'Europa nel 1848. Essi eran degni di venire annoverati fra i Legionari Italiani, ed a cavallo, come assueffati tutta la vita, e fortissimi, essi prestarono eminenti servigi.

E non s'arresta a Zama, dove gridano il suo nome i soldati di Scipione, sgominatore d'Annibale: E voi giacete! Io passo! Troppi eravate in campo! E i numidi elefanti v'apersero il sentier. E trascorre oltre il campo di Munda, sordo alle voci dei legionari di Cesare, ai quali rinfaccia il motto del capitano: Sul colle io per la patria pugnai, non per la vita: Vincitori di Munda, lasciatemi passar!

Juan de la Cruz il valoroso comandante dei matreros, dopo d'aver pulito il suo coltello sugli stivali¹ e dopo d'avere scosso il suo poncio² dalla pioggia, fu il primo, a richiesta dei Legionari a rompere il silenzio comandato dalla fame, e a raccontare per passare il tempo, il modo in cui aveva vissuto per molti anni l'errante sua vita, e come avea potuto disciplinare quegli indipendenti selvatici, ed insoffrenti di qualunque dominio, come lo Stallone de Las Pampas

Don Giovanni avrebbe dovuto essere uno di questi legionari. Nella sua gioventù due illustri sacerdoti riempivano l'Italia del loro nome, Gioberti e Rosmini: entrambi eminenti filosofi, l'uno più eloquente, l'altro più dotto.

«Non odi? diceva il sergente Carbonin a Rota, suo luogotenente: «Non odi il rumore di gente che s'avanza alle nostre spalle: saranno nostri!» E mentre il tenente porgeva l'orecchio per accertarsi del rumore, che veramente si facea sempre più vicino, un suono di tromba toccando alla carica, mise in tumulto tutto il campo dei Legionari Italiani e degli altri corpi formanti la prima spedizione uscita da Roma contro le truppe Borboniche nel 49. Il generale papalino Zucchi, conoscendo la forte posizione di Palestrina, tentò di assaltarla di notte per sorpresa, ed avendo preparate le sue colonne d'attacco al fronte della citt

A forza umana non era dato resistere allo impeto col quale si avventarono i legionari del Garibaldi; urtati a furia di baionetta i Francesi ebbero a rovesciarsi dandosi a fuga precipitosa verso la villa; ma il riparo di questa anco giovava, che fin l

Ora , che il Bixio non si poteva reggere instando di avventarsi in massa co' nostri contro l'altro caseggiato del crocicchio; lo tennero, ponendo ordine allo assalto il quale fu ammannito così: dinanzi i legionari e gli emigrati traevano palle a grandine mentre due squadre di bersaglieri stretti correvano di contro alle case, dove giunti un cinquanta di passi forse lontani sbandaronsi; precipitano i nostri nello spazio, che passa tra l'una casa e l'altra, il quale così era breve, che la fiamma dei fucili nemici bruciò i capelli a parecchi dei nostri.

Tale luminaria non mancò di divertir molto i giovani Legionari, che battendo con pezzi di legno l'annosa pianta la facean scintillare e spruzzare faville sui più vicini che, mezzo ridendo e mezzo brontolando, finivano per maledirli. Troppi legami di fratellanza però esistevano in quella prode brigata perchè vi potessero nascere delle risse.

Parola Del Giorno

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