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Aggiornato: 8 giugno 2025


Allora si vide perduto. A due passi un crepaccio apriva la gola verde. Vi si strascinò, vi sedette, le gambe penzoloni nell’abisso, ed aspettò la morte. Ebbe un momento l’idea di affrettarla, precipitandosi nel crepaccio, ma la respinse; l’aria lavata dalla tempesta aveva una trasparenza mattinale e lo sguardo vedeva nettamente di l

Un mormorío sordo corse per la folla, e i più vicini si protesero per guardare; e l’inquietudine dei lontani cominciò a rompere in clamori. Due donne portarono un boccale d’acqua, un’altra portò de’ brandelli di tela; un giovinetto offerse una zucca piena di vino. Fu lavata la faccia al ferito, fu fermato il flusso del sangue alla fronte, fu rialzato il capo. Sorsero quindi alte le voci, chiedendo le cause del fatto.

Ma se non l'hai nemmeno veduta! Chi?... Ah, il mantello azzurro?... Nubile, nubile, che diavolo!... Si capisce subito.... La giovanissima pareva nervosa. Si allontanava fumando una sigaretta, con gli occhi fissi al tappeto roseo e cilestre, che le segnava il cammino dalla porta ai piedi della scala; poi tornava a spiar dai cristalli sulla strada, lavata dalla pioggia dirotta e fatta gialliccia.

Così esclamando si metteva una mano sul cuore, e a sentirne lo scompiglio dei moti la ritraeva, recandosela alla fronte lavata di sudore. E allora Marta che dal dolore di veder la padrona in quello stato, si sentiva la lingua in fondo alla gola, le veniva accosto: «E glielo chiegga una volta; diceva gli chiegga se vuole vederla morta; chè gi

Mia sorella ha adesso diciassett'anni. Io ne ho quaranta. Io sono stato suo padre, il suo istitutore, la sua madre, la sua amica vera, monsignore, ciò che le donne non incontrano mai. Io ho lavata, io ho coricata, io ho pettinata questa piccina. Io le ho insegnate le sue preghiere. Noi abbiamo pianto insieme. Noi abbiamo insieme digiunato quando non avevam pane.

In quel punto, il terribile spettacolo veduto da Emilia in una camera del castello le tornò alla memoria; guardando la signora Laurentini, si rammentò le ultime parole di lei, che la macchia d'un assassinio non poteva esser lavata da molti anni d'orazione e di penitenza, e si vide costretta di attribuirle a tutt'altra causa che al delirio: provò un orrore inesprimibile sembrandole di vedere un'omicida... ed infatti, tutta la condotta della Laurentini confermava questa supposizione; Emilia si perdè in un abisso di congetture, e non sapendo in qual modo chiarire simili dubbi, disse soltanto con parole tronche: «La vostra improvvisa partenza da Udolfo...» La monaca sospirò. «Tutte le voci che corronocontinuò Emilia... «la camera di ponente... quel velo di lutto... l'oggetto ch'esso cuopre, quando i misfatti son compiuti...» La monaca sclamò: «Come! ancora?» E cercando di sollevarsi, gli smarriti suoi sguardi parean discernere un oggetto. «Risorgere dalla tomba!

La donna, nella camera funerale, rendeva alla salma della padrona gli estremi pietosi ufficii prima che la trasportassero via: lavata la fronte e la guancia sanguinosa, ricomponeva i capelli, incrociava le mani sul seno, intrecciava alle dita la corona del rosario. La poveretta non vedeva ciò che faceva, così fitto velo di lacrime le appannava gli occhi. Vicino a lei la baronessa di Börne si dava ancora da fare, zelante e loquace: quando la familiare fu chiamata di l

Il signor Decano non lo chiamava Cardello, ma col nome di battesimo a cui aveva appiccicato il don, perchè i suoi servitori avevano avuto tutti il don. Cardello si aspettava una lavata di capo; invece il signor Decano rideva, rideva, e volle che proseguisse. Domani, dovrai ripetere la rappresentazione nel parlatorio delle monache; sar

Il delegato se ne andò, con la sua lavata di testa. Come fu nelle scale, si messe a ridere. Sono uno sciocco io, a spaventarmi di queste alzate d'ingegno! diss'egli. Questo rogantino è in collera col Gentili, che gli ha detto una cosa per un'altra. Non sa nulla e vuole appoggiarsi a me, senza parere di averne bisogno. Contentiamolo, via! I superiori son tutti così.

Richiesto dal Governo di Napoli, il Talamanca La Grua nel 1779 spediva nel corso di venti giorni duemila salme di farina. Chi poteva sospettarla adulterata? Eppure lo era: e la spiacevole notizia egli la apprese per una gran lavata di capo venutagli dalla Corte di Napoli, egli primo magistrato della citt

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