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Aggiornato: 21 giugno 2025


Milia diceva al portinaio: Don Angelo, non lasciate salire alcuno. La signorina è rimasta sola in casa. Io vado per un soldo d'aghi e subito torno. La maestrina, che aveva abbandonato il braccio sulla tavola e schiuse le dita dalle quali era sfuggita la penna, sospirò profondamente. I suoi grandi e dolci occhi azzurrini si velarono, stanchi, fra le ciglia.

E sia.... gli rispose il Palavicino; e attirato ancora dal funesto pensiero della madre: Dunque tu hai detto ch'ella sta nella cappella di San Martino? Ponete da parte questo doloroso pensiero. Dimmi, io vorrei vedere dov'ella fu seppellita! Non fate, marchese; lasciate questo doloroso pensiero....

"Lo nego!" replicò la Lepre-marzolina. "Lo nega," disse il Re: "ebbene lasciate andare." "Bene, ad ogni modo il Ghiro disse " e il Cappellaio lo guardò per vedere s'egli pure volesse dargli una mentita: ma il Ghiro non negava, dormiva profondamente. "Dopo ciò," continuò il Cappellaio, "mi preparai un'altra fetta di pane col burro " "Ma che cosa disse il Ghiro?" domandò un giurato.

2 Lasciate questo canto, che senza esso può star l'istoria, e non sar

E strada facendo, sballottato nel carrozzone della ferrovia, andava pensando a quella vita silenziosa, a quelle buone creature che aveva lasciate, e che si dileguavano a poco a poco nella nebbia trasparente d’un passato vicino, e vedeva ancora, come fra le nuvole, in un fondo verdognolo, un convalescente ed una vecchierella, una fanciulla ed un cane, l’orso e il scimmiotto i quali lo accompagnavano con l’amore, con l’odio, coll’indifferenza, e lentamente sparivano da lontano; mentre gli si presentava davanti gli occhi la vista della laguna increspata dalle brezze marine, i gabbiani che volavano in giro rasentando l’acqua, il sole del tramonto che tingeva di porpora e d’oro gli alberi delle navi, le invetriate delle case, le cupole e i campanili di Venezia.

Lasciate fare a me, diss'ella alzandosi; ho capito, e farò quel che si può. Gi

Il tuono glaciale di donna Maria sconcertò un istante Camilla; ma la sconcertò per poco. Ed ella pure con alterigia: Ma qualunque ne sia il contenuto, lasciate che io veda quella lettera, principessa. Non l'ho più. Come? L'ho rimandata al duca. Ma perchè?

TRINCA. bisogna mostrar tanto affetto, che paia affettato. ATTILIO. Che faremo del parasito che, s'almen non ci impedisce, ci differisce? EROTICO. Che del capitano? TRINCA. Lasciate fare a me, che fra il parasito e il capitano, e ambidue col padrone ci porrò tanta zizania, che scompigliarò e porrò sossopra quanto s'è fatto.

Ma, signore.... cominciò tra iroso e superbo il giovine, che sentiva ripugnanza di colui e delle parole che gli cadevan di bocca a una a una, in tuono d'affettata compassione. Non occorr'altro; lasciate fare a chi tocca, verrò a farvi una visita; so dove state di casa; e parleremo con comodo; la vostra famiglia mi preme.

No, lasciate andare; ripigliò il vecchio professore. Farete lo stesso voi, quando verr

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