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Aggiornato: 22 giugno 2025
Era un centinaio di soldati tra lancieri e archibusieri e spadoni e artiglieri, per la maggior parte de' più bassi gradi dell'esercito, e quasi tutti, per quanto indicava l'aspetto, tolti alle infime classi del popolo e con quella speciale durezza in aggiunta che suol dare il costume militare; e tutti costoro, ad onta di questo, bisbigliando sommessamente quasi per timore di farsi udire, stavan raccolti in largo cerchio intorno alla Ginevra, la quale subitamente colpiva e per la ricca semplicit
Garibaldi aveva infatti intenzione di completare, quella sera stessa, la vittoria, tagliando ai francesi la ritirata su Civitavecchia; e il progetto sarebbe stato senza dubbio attuato; dopo lo scacco sofferto, il morale del nemico era depresso ad incominciare dall'Oudinot, sfinito, inoltre i francesi mancavano di cavalleria per coprire la ritirata, mentre Garibaldi coi lancieri del Masina e coi dragoni di linea, tutta gente fresca che nulla aveva sofferto dal combattimento, poteva giungere a Civitavecchia prima dei francesi e suscitare quelle popolazioni contro lo straniero.
E negli anni che era stato a Torino, avendo imparato un po' della lingua Francese, appiccò discorso con un giovane uffiziale, che badava ad un drappello di lancieri intenti a governare i cavalli; mentre alcuni fanti cuocevano il mangiare, o ruzzavano coi monelli della terra vicina; ai quali insegnavano giuochi e forze e tratti d'armi, con un'amorevolezza quasi infantile.
Le fortificazioni si rinforzavano; sulle piazze si vedevano parchi d'artiglieria, e capannoni di legno che servivano di rimesse ai cavalli; fanteria, lancieri, pollacchi, mobilizzati, compagnie addette alle mitragliatrici...; un esercito insomma; uniformi per tutti i gusti; una idea tale di resistenza da mettere anima in corpo all'uomo più vigliacco del mondo Ma come mai ne hanno buscate Si diceva tra noi con tutti questi soldati che abbiamo veduto in due giorni?
L'attacco replicato del Casino dei Quattro Venti, fu micidiale per i nostri; feriti a morte il bravo Masina, Pier Antonio Zamboni portabandiera dei lancieri e Pietro Scalcerle aiutante dei lancieri stessi.
Remigando verso il vascello inglese ricevetti il dispaccio di Medici, e m'imbarcai subito con quanti avevo sotto mano. Non importa; vi compenserò, non dubitate. So, Generale, che vi esponeste ad un conflitto personale con alcuni lancieri. Non considerate che la riuscita o la rovina della impresa dipende unicamente dalla vostra vita? Se così è, vivrò per compierla.
Appena visto il Fioccola che lo aspettava, l'ufficiale si staccò dai compagni, e infilò via Andegari. L'altro allungò il passo, e lo raggiunse in due minuti. Fiasco. Sapristi! esclamò il tenente dei lancieri, diventando pallido. E anche lui strapazzò come un cane il povero Fioccola. Ma il compare c'era avvezzo, e invece di offendersi gli diede un consiglio da vero amico.
Lo seguirono circa tremila uomini, i resti cioè della Legione Italiana, buona parte della polacca, e del battaglione Medici, grossi manipoli di finanzieri, di studenti e di emigrati, i superstiti Lancieri di Masina, circa quattrocento Dragoni; i pochi bersaglieri Lombardi.
Egli fu ucciso nell'anno 1567 sui monti, dopo gloriosi combattimenti cogli eserciti genovesi. Con 500 guardie francesi, 200 cacciatori côrsi e con 100 lancieri polacchi, che non avendo cavalli, portavan essi stessi le selle, il côrso Napoleone Bonaparte partì in guerra contro la Francia e gli eserciti reali. Dopo gloriosi combattimenti egli fu relegato nell'isola di S. Elena.
Novemila fanti, cinquecento lancieri, cencinquanta gendarmi e undici cannoni. L'ingombro dei cariaggi, delle ambulanze, dei muli rendeva malagevole la nostra traversata, benchè i soldati ci facessero ala con segni di rispetto e assai più di sbalordimento, perchè veruno di loro pareva potesse spiegarsi come noi, creduti lontanissimi, fossimo gi
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