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Aggiornato: 31 maggio 2025


L'assassino di Franciscu Ros

Invano il vindice sdegno dei soldati ti uccise innanzi l'assassino dello sposo, chè il tuo cuore rifuggiva dalla fiera vendetta, e tu versando il represso sangue dalla riaperta piaga stringevi con mestissimi ululati la cruenta spoglia ed invocavi la morte.

Ed il duca lacera e lacera sempre il suo petto che sanguina! Se lo si avesse potuto mirare, egli avrebbe fatto orrore!... Che! l'assassino ride? Quella maschera di carnivoro si crispa. Egli ode un piccolo grido. Egli ode un rumore, una mano che gira la chiave della porta, chiusa al lucchetto di fuori... Egli ode che si va al balcone, inchiodato allo zoccolo... Si scuote l'una e l'altro...

"La infelice creatura, per la quale supplico V. E. è in possesso di due documenti: uno de' quali prova il matrimonio della gran dama con l'assassino: e l'altro che la gran dama avea avuto da esso, prima di sposare l'ambasciatore, una bambina, che ha sempre nascosto a tutti, anche al povero padre, facendola trafugare...."

Cercò di ripristinare la scena in tutti i suoi particolari. Quando l'assassino era entrato, nessuno doveva trovarsi di certo nella stanza d'ingresso. Se avesse udito rumori, se avesse sentito che vi si trovava gente, egli non avrebbe spinto la porta, sarebbe anzi tornato indietro. L'assassino era insanguinato!

Al vedere l'uniforme, che Roberto avea indosso, il duca ed Emilie scambiarono uno sguardo. Che fate voi qui, Roberto? disse il duca, severamente. Roberto si confuse. Avea il volto graffiato, le mani lacere in varii punti, i pantaloni tutti cosparsi di polvere, la cravatta stracciata. Roberto! esclamavano molti e molte, lui l'assassino!

L'assassino, che sembrava pratico al ferire con quel suo misterioso pugnale, lo immerse nel seno di Dolores, e si mise subito in difesa contro me. »Io nulla più vidi!... Strepiti di morte! sangue sparso! nulla! mi s'appannaron gli occhi.

Non mi inganno no, è lui, proprio lui, il birbante, il rapitore, l'assassino... eh! mio caro non mi fuggirai più, te lo dico io. Perdio! Quale incontro! Non me lo aspettavo così presto! Lui! Ma chi lui? Il nostro mortale nemico, il rivale di Abd-el-Kerim, il greco Notis infine. Eh! Sei sicuro di non prendere un granchio? Guardalo bene, amico mio, fissalo ancora.

Quando egli cominciò a dire della ferita, per la quale l'assassinato aveva perduto il dono della parola, quando accennò ai lunghi mesi di acute sofferenze sopportate dal paziente, quando annunziò che, sebbene fosse stato necessario di fargli cambiar clima, e trasportarlo con ogni precauzione, come un moribondo, pure si avevano di lui notizie che tuttora inducevano a sperar poco della sua vita, quando accennò che la ferita era stata resa più larga e più dolorosa dal modo violento, brutale con cui l'assassino n'aveva tratto fuori il pugnale, da diecine di petti si alzò un grido di esecrazione!

Il banchiere era stato trovato morto nella sua stanza, con la testa schiacciata. Vicino al cadavere giaceva una grossa mazza di ferro che l'assassino aveva preso nella stalla dietro la casa. Fra l'ucciso e l'uccisore doveva esservi stata una lotta tremenda, perchè il pavimento e i muri erano tutti insanguinati; persino lungo le scale c'erano delle chiazze rosse. E non si seppe mai nulla.

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