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Aggiornato: 12 giugno 2025
Quand'io giunsi in Italia, era tardi per ogni rimedio. I moderati guidavano dominatori: gli altri seguivano ciechi: il popolo, tra il quale avevano diffuso le più atroci calunnie a danno dei repubblicani, fidava illimitatamente nel re. Due partiti s'affacciavano a un uomo della mia fede.
Giá sul finir della guerra italica, Mitridate re del Ponto, uom diverso da ogni altro asiatico, gran cuore, gran capitano, gran nemico di Roma, aveva aperta guerra contro a lei, occupate Cappadocia e Paflagonia, vinti Nicomede re di Bitinia e un esercito romano, trucidati i romani sparsi in Asia minore, e finalmente occupata Grecia, minacciata Italia. Silla ottenne la condotta di tanta guerra.
Sopra un animo ambizioso e irrequieto come quel del Pusterla, il colpo riusciva da maestro; e Ramengo, battendo il ferro mentre era caldo, gli espose le condizioni di tutta Italia, i disegni dei forusciti che aveva potuto subodorare a Pisa: raccontò come con questi si fosse abboccato ed inteso, e che anche da parte loro veniva a sollecitarlo perchè prendesse piet
Roma stessa, ridotta a par dell'altre, ebbe un duca. Che diventò il terzo barbarico delle terre? Non è probabile fosse restituito ai possessori antichi italiani. Dovette essere incamerato, od anzi distribuito o preso dai duchi ed altri greci. Non n'è cenno nella prammatica del 554, che Giustiniano gran promulgator di leggi fece a riordinar Italia, e che non riordinò nulla.
Per esempio, se l'oro in Allemagna è piú caro che in Italia, onde si baratti a piú argento che qui non si fa, ed io voglio di Venezia farmi pagare in Vienna la valuta di 1000 ducati in tanti ongari, bisognerá ch'io paghi al mercante di Venezia un tanto di piú quegli ongari della valuta ordinaria, perché in Vienna gli ongari vagliono piú argento che non vagliono in Venezia; e viceversa, chi di Vienna volesse farsi pagare in Venezia 1000 fiorini in tanti ducati, volendo pagargli in Vienna con ongari, converrebbe pagar aggio per li ducati, perché l'ongaro vale manco argento in Venezia che non vale in Vienna.
Egli non diede alle stampe tutte le sue conferenze, non tutti i suoi discorsi lasciò raccogliere. Pubblicò prima nel 1880, insieme con quelle di dieci altri amici, la conferenza sul Vino, ora entrata nelle nuove edizioni delle Pagine allegre; e l'anno dopo, nella Gazzetta letteraria di Torino, quella su L'espressione del viso, che aveva fatto al teatro Carignano per sovvenire ai figli del morto amico Roberto Sacchetti. Delle tre conferenze che disse al teatro Colón di Buenos Aires e poi al teatro Solis di Montevideo, fra l'aprile e il giugno del 1884, su Vittorio Emanuele, Cavour e Garibaldi, quest'ultima sola rifece e stampò in Italia, quale si legge nel presente volume. Più volte fu ristampata l'altra conferenza su I nostri contadini in America, tenuta il 31 gennaio 1887 alla Societ
E ben lo sapete, in Italia voi non contate che per la corruzione, l'ignoranza, la distruzione e la discordia da voi fatta perenne tra i figli di questa famiglia infelice! E perciò noi dobbiamo cessare nell'apostolato umanitario?
E se l'ordinamento amministrativo dello Stato deve corrispondere al bisogno principale di progresso sentito oggi in Italia, è necessario che il Comune ampliato affratelli nella stessa circoscrizione la citt
E il Pusterla rispondeva: Perchè quella non è la nostra patria. Ma ora dove si va? Nol sai? andiamo in Italia. In Italia? Oh dunque nel nostro caro paese, eh? L
La bella, la molle Italia, fu giá la forte, la virile Italia. Ma dovere nostro secondo era ed è, non esagerare, non difendere in tutto questa virtú degli avi.
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