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Aggiornato: 14 giugno 2025


E cosí la giustizia non diminuisce per le sue ingiustizie, anco dimostra di provare la giustizia, cioè che dimostra che egli è giusto per la virtú della pazienzia; come la benignitá e mansuetudine nel tempo de l'ira si manifesta con la dolce pazienzia; e la invidia, dispiacimento e odio con la dileczione della caritá, fame e desiderio della salute de l'anime.

Nei primi tempi del nostro matrimonio aveva soggiunto, ravvivando momentaneamente i suoi occhi spenti non mi lasciava mai salire le scale, mi portava sulle braccia. Ed ero pesante, allora, ero grassa. Marta ebbe invidia della signora Merelli. Lei era più sottile, Alberto non avrebbe fatta gran fatica a portarla sulle braccia... Adesso non la porta più? domandò. Oh!

MASTRO ANTONIO. Mi non ghe posso catare ancuo negun che me chiami acciò che mi ghe faza una maitina; e no ghe ho invidia a persona del mondo per saver fare una romanesca, una pavana. Alle guagnelle de san Zacaria, che voio andare a casa de sto mistro di scola che m'ha pregao che me ghe vaga a veerlo, ché vol che ghe faga no so che servizio. Questa e' xe la porta. Voio battere. Tic, tac.

Le famiglie molto numerose e concordi le facevano invidia: «Quando si è in tanti ciascuno dice la sua, ciascuno ne pensa qualcuna, gli umori diversi reagiscono l'uno sull'altro e si modificano; mentre una persona sola può essere tutt'in una volta, seria e allegra, può pensare a tutto, prevedere e far tutto?

Non lo dice, ma l'Ojetti sembra voglia mettere in confronto la letteratura italiana contemporanea con la letteratura francese, dove le scuole sbucciano e fioriscono a ogni pie' sospinto, dove gli scrittori, coloro che vivono d'arte, se ne stanno accalcati nel cervello della Francia, Parigi. Ed è strano che egli guardi con invidia quest'accentramento appunto quando in Francia si manifesta gi

VIGNAROLO. Io sono stato stimato Guglielmo da uno suo debitore, perché mi diede dieci ducati che li doveva, e da una sua innamorata, e son stato stimato da tutti Guglielmo; ma perché tu hai invidia della mia felicitá e non vorresti che fussi meglio di te, ti affatichi con tante ragioni a darmi ad intendere che non sia lui. Ma io sono Guglielmo a tuo dispetto.

Maestro, non vengo da voi per medicina, chè mercè la virtù vostra, a settant'anni, che tanti ne ho, io mi sento così forte da non aver invidia ad un giovane; ma venivo per tutt'altro: per un caso strano e doloroso, doloroso davvero. Di che si tratta? Mi spaccio in poche parole. Abbasso v'ha una donna che piange e si dispera e scongiura tutti quanti perchè la vogliano introdurre da Sua Eccellenza!

Perche' s'appuntano i vostri disiri dove per compagnia parte si scema, invidia move il mantaco a' sospiri. Ma se l'amor de la spera supprema torcesse in suso il disiderio vostro, non vi sarebbe al petto quella tema; che', per quanti si dice piu` li` 'nostro', tanto possiede piu` di ben ciascuno, e piu` di caritate arde in quel chiostro>>.

«Il mio pensiero s'è incontrato col tuo; ma tronchiamo a mezzo codesto discorso, che non è per recarci alcun utile.» «Io so, Gazzella, che molti di codesti patrizi infingardi hanno sempre portato invidia e peggio al vecchio Candiano, e che al piacere di saperlo sconfitto e morto avrebbero i tristi sagrificato anche l'utile della patria comune

Alte terra` lungo tempo le fronti, tenendo l'altra sotto gravi pesi, come che di cio` pianga o che n'aonti. Giusti son due, e non vi sono intesi; superbia, invidia e avarizia sono le tre faville c'hanno i cuori accesi>>. Qui puose fine al lagrimabil suono. E io a lui: <<Ancor vo' che mi 'nsegni, e che di piu` parlar mi facci dono.

Parola Del Giorno

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