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Aggiornato: 14 settembre 2025
Ma tu chi se', che nostre condizioni vai dimandando, e porti li occhi sciolti, si` com'io credo, e spirando ragioni?>>. <<Li occhi>>, diss'io, <<mi fieno ancor qui tolti, ma picciol tempo, che' poca e` l'offesa fatta per esser con invidia volti. Troppa e` piu` la paura ond'e` sospesa l'anima mia del tormento di sotto, che gia` lo 'ncarco di la` giu` mi pesa>>.
Or mira questi, or quelli morti, e muove, e vuol le piaghe misurar con mano, mosso da strana invidia ch'egli porta al cavallier ch'avea la gente morta. 37 Come lupo o mastin ch'ultimo giugne al bue lasciato morto da' villani, che truova sol le corna, l'ossa e l'ugne, del resto son sfamati augelli e cani; riguarda invano il teschio che non ugne: così fa il crudel barbaro in que' piani.
Non fu tolta alla colpa ogni pena Per giudizio ineffabil del Santo, Ma la coppa del duol fu ripiena Di quel Dio che coll'uomo patì. Da quel giorno s'inchina al mortale Ogni mente che inchinisi a Dio, Perch'entrambe con palpito eguale Condivisero gaudio e martìr. Da quel giorno gli spirti del cielo, Cui straniera fu sempre sventura, Santa invidia portaro all'anelo Che per Dio può con gioia morir.
E ’l buon maestro: «Questo cinghio sferza la colpa de la invidia, e però sono tratte d’amor le corde de la ferza. Lo fren vuol esser del contrario suono; credo che l’udirai, per mio avviso, prima che giunghi al passo del perdono. Ma ficca li occhi per l’aere ben fiso, e vedrai gente innanzi a noi sedersi, e ciascun è lungo la grotta assiso».
Uno sguardo all'elenco dei forastieri ed ho quasi finito. Abbiamo avuto qui tanto corone da far invidia al fondatore dell'archivio araldico del Vallardi: i nuovi venuti da Milano sono il marchese C., i conti T., la nobile B.; da Torino, la contessa B. di G. e il commendatore V.; da Bologna, la contessa A. Volete anche della politica alle acque?
Lo guardavo con grande ammirazione, ma senza invidia. Fin questo sentimento era morto in me. Mentre Lostini parlava, mi sembrava che ragionasse di cose alle quali mi ero interessato un po' in tempi così lontani da ricordarle appena. Da un pezzo ogni velleit
Uop'è che i genitor la prole estime, Perchè non da piaceri o sete d'oro O bassa invidia spinti unqua li miri, Ma da pii, generosi, alti desiri. Gemer che val che nostra et
Perchè la gelosia dell'impero, crescendo per lontananza di luogo nell'animo di Pietro e per invidia in Ruggiero e negli altri ministri dell'infante Giacomo, si portava gi
Perché s’appuntano i vostri disiri dove per compagnia parte si scema, invidia move il mantaco a’ sospiri. Ma se l’amor de la spera supprema torcesse in suso il disiderio vostro, non vi sarebbe al petto quella tema; ché, per quanti si dice più lì ‘nostro’, tanto possiede più di ben ciascuno, e più di caritate arde in quel chiostro».
Adesso gli altri gli facevano invidia per la loro stessa insensibilit
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