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Aggiornato: 2 giugno 2025


E tu invan, fiera Dea, tu invan d'oscure Sfingi hai custodia intorno; invan di tuono Armi il tuo grido, e veste hai di paure. Questo verme immortale ebbe tal dono, Per cui scrolla are, ombre dirada, e altero Su le rovine tue piánta il suo trono. Tu di fulmini t'armi, e in tuo mistero Minacciosa sorridi; egli al tuo sguardo Il fulmin strappa, ed arma il suo pensiero.

50 Qui Rinaldo fe' fine, e da la mensa levossi a un tempo, e domandò dormire; che riposare un poco, e poi si pensa inanzi al d'un'ora o due partire. Ha poco tempo, e 'l poco c'ha, dispensa con gran misura, e invan nol lascia gire. Il signor di l

Vittime tutti d'uno stesso inganno, Nell'imo vostro cor chiuso è l'affanno Che la parola invan cerca ridire, E s'ode solo qualche flebil suono. Incompreso dai più, mentre che un tuono Sublime dorme nelle vostre lire. La candida fanciulla ha sedici anni E non provò duolo ancor, gioia; Ignora i gaudi tristi e i dolci affanni E il disperar per fieri disinganni,

26 Quivi entra, che veder non la può il mago, e cerca il tutto, ascosa dal suo annello; e trova Orlando e Sacripante vago di lei cercare invan per quello ostello. Vede come, fingendo la sua immago, Atlante usa gran fraude a questo e a quello. Chi tor debba di lor, molto rivolve nel suo pensier, ben se ne risolve.

Ho più volte, Signor, fatto pensiero di risonar con la zampogna mia, di te il valor e l'alta cortesia, salendo al ciel presso al suggetto altiero. Ma, lassa, invan m'affanno, o destin fiero, che roco è 'l suono, e mia fortuna rìa, dietro a miei dolor tutta m'invia, che levarmi di terra indarno spero.

Oh tristo il giorno, oh trista l'ora, quando Giace nella sua cuna egro il bambino, E la giovine madre sospirando Ad ogn'istante riede a lui vicino, E invan teneri detti prodigando Tien sulle amate labbra il petto chino, Ma l'offerta mammella ei bacia appena, E non la sugge, ed a vagir si sfrena! Oh con qual lutto miserando allora La spaventata si rivolge a Dio!

Ma, rieda il verno o il maggio, Mesta e soletta io son; Muto è del cielo il raggio, Triste è de l'arpa il suon; Qual vana ala di zeffiro Passo nel mio vïaggio, E, rieda il verno o il maggio, Mesta e soletta io son. O immagini lucenti Di più felici , Sogni de l'arte ardenti, Il vostro april sfiorì; Invan chiedo le olimpiche Forme a le nuove genti, O immagini lucenti Di più felici .

Parola Del Giorno

dell’esule

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