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Aggiornato: 7 giugno 2025
MARTEBELLONIO. Credo che non sia minor virtute e grandezza ferir un corpo con la spada che un'anima con i sguardi: ben posso tenermi io fra tutti gli uomini glorioso, ché posso non men con l'una che con l'altra; ché non può starmi uomo, per gagliardo che sia, con la spada in mano innanzi, né men donna, per onesta e rigida, a' colpi de' sguardi miei; e se con la spada fo ferite che giungono insin al cuore, con gli occhi fo piaghe profondissime che giungono insin all'anima.
due branche avea pilose insin l'ascelle; lo dosso e 'l petto e ambedue le coste dipinti avea di nodi e di rotelle. Con piu` color, sommesse e sovraposte non fer mai drappi Tartari ne' Turchi, ne' fuor tai tele per Aragne imposte. Come tal volta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come la` tra li Tedeschi lurchi
Ché lí tu hai da rifrette' co' la mente, Che quello che tu vedi da la riva, Lontano, insin che l'occhio te ce 'riva, Pare chi sa che cosa, e invece è gnente. Ché lì pòi cammin
com’ era quivi; che se Tambernicchi vi fosse sù caduto, o Pietrapana, non avria pur da l’orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l’acqua, quando sogna di spigolar sovente la villana, livide, insin l
DON IGNAZIO. Ma per tôrlo da questo sospetto, andiamo ora a sposarla; andiamo, caro fratello, non mi far cosí strugere a poco a poco, ché dubito non rimarrá nulla d'intiero insin a sera.
ESSANDRO. Dice che vi chiamate messer Orinale. GERASTO. Son uomo da spezzarcene cento nel volto, di urina putrefatta. ESSANDRO. Dice che voi solete patir di una certa infirmitá bestiale e che l'avete richiesto..., mi vergogno dirlo. GERASTO. Egli ne mente insin dentro al suo cervello e quanti lo credono.
EUFRANONE. Vi priego a pensarvi su sei mesi prima; e se pur dura la voglia, allor me la potrete chiedere: ed io vi do la mia fede serbarla per voi insin a quel tempo. DON IGNAZIO. Sei mesi star senza Carizia? piú tosto potrei vivere senza la vita: e ben sapete che l'amante non ha maggior nemico che l'indugio.
Giunto il dottor al polso, disse: Viva; questa è stata un'effimera sforzata. Dicea Marfisa: Io son di febbre priva, ma voi non me l'avete discacciata. Rispondeva il dottor: Questo è di fatto; ma poteva ammazzarvi e non l'ho fatto. Sonvi alcune ragion chiare e precise, d'una tal veritá, d'un'evidenza, che sono intese insin dalle Marfise e le disarma della prepotenza.
due branche avea pilose insin l’ascelle; lo dosso e ’l petto e ambedue le coste dipinti avea di nodi e di rotelle. Con più color, sommesse e sovraposte non fer mai drappi Tartari né Turchi, né fuor tai tele per Aragne imposte. Come talvolta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come l
Piglio animo ed entro con iscusa di cercar don Flaminio, e me ne vo insin in cucina e non vi veggio né cuochi né guattari. Dimando di don Flaminio, e mi rispondono che è piú di un mese che non l'han veduto.
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