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Aggiornato: 9 giugno 2025
Sì, sì; io sono colpevole, più di quanto ho detto, balbettava ansiosamente. Io non ho detto tutto, e questa è una nuova colpa.... Il peso del mio secreto mi soffoca, mi toglie il respiro.... Ho giurato a due uomini..., ad uno dinanzi alla legge umana e divina; all'altro dinanzi alla mia coscienza.... E non debbo, mio Dio! ingannar l'uno, e non posso scordarmi dell'altro!... Come ho resistito, quante volte ho pregato il Signore di darmi quella forza che a poco per volta mi è venuta mancando, quante volte ho invocato la generosit
GIACOMINO. Di grazia, stiate in cervello che non andiamo per ingannar altri e noi restiamo gl'ingannati; ché l'inganno molto mi preme. PSEUDONIMO. A me non sol preme ma m'opprime. GIACOMINO. Pseudonimo, vedete quel vecchio vicino alla porta? quello è desso; accostatevi. PSEUDONIMO. M'accostarò pian piano. Questa è la casa che m'è stata insegnata? Dimanderò costui; forse me ne dará contezza.
Ragioni, figliuol mio, non pretesti. Fu presa, perchè si voleva venire in chiaro d'un travestimento illecito, che mirava ad ingannar tutti, compresa la giustizia. Avrei potuto ordinare l'arresto come grande Inquisitore; e non l'ho fatto, e potete ringraziarmene. Fu in quella vece un provvedimento della giustizia secolare, e per volere del re. Ora, figliuol mio, considerate il caso vostro. Se rivolete la vostra donna, dovete dar le prove al giudice che essa è veramente vostra moglie: e ci vorr
Ma di ogni moto popolar, deh! credi che innocente son io. NER. Rea, qual ti sei, pria di punirti, io voglio che ogni uom te sappia. SENECA Ed ingannar tu speri con sí turpe menzogna il popol tutto? NER. Tu pur, tu pure, instigator codardo dei tumulti, che sfuggi; ascoso capo di ribellanti moti; all'ira mia tu pur vendetta un dí sarai; ma, poca. TIGEL. Signor...
SANTINA. «Chi ti fa quello che far non suole, o t'ha ingannato o ingannar ti vuole». GERASTO. Non si può star sempre ad un modo, moglie mia cara. SANTINA. Oh come odori di muschio, mi pari una profumeria. GERASTO. Passando per la bottega di maestro Cesare profumiero, mi spruzzò un poco d'acqua nanfa sul volto. SANTINA. Non so chi mi tiene la lingua. GERASTO. Lasciamo il ragionar di questo adesso.
SENECA Bada, Neron; piú che ingannar, t'è lieve Roma atterrir: l'uno assai volte festi; l'altro non mai. NER. Ma, di te pur mi valsi ad ingannarla io spesso; e a ciò pur eri arrendevole tu... SENECA Colpevol spesso anch'io: ma in corte di Nerone io stava. NER. Vil servo... SENECA Il fui, finch'io mi tacqui; or sorge il dí, ch'io sciolgo a non piú intesi detti libera lingua.
SANTINA. «Fioretta» vuoi tu dire? SPEZIALE. Sì, sì. Ditegli che il modo d'oprarle è questo: che s'ingiotta queste, poi mangi una libra di pignoli e beva vernaccia fina, non altro, che fará facende. SANTINA. Come potrá ingannar sua moglie?
DON IGNAZIO. Che un uomo possi ingannar un altro è facil cosa ma se stesso è difficile: ché quel che vidi, molto chiaramente il viddi, e per non averlo veduto arei voluto esser nato senz'occhi. EUFRANONE. Lo vedeste voi a lume chiaro? DON IGNAZIO. Anzi a sí nimico spettacolo rimasi senza lume! EUFRANONE. Gran cose ascolto!
Con questo mi torrò dinanzi lui, il capitano e tanti che me la cercano. Or sí che arai toccato con mano la veritá. ERASTO. Pedofilo caro, io non ho faccia con che possa mirarvi né da comparir piú mai per questa strada: mi fuggirò da Napoli. Vi priego caldamente a perdonarmi, ché, essendo stato ingannato io, cercava ingannar voi: io era cosí perfidioso perché mi pensava che dicessi la veritá.
DON FLAMINIO. Facil cosa è ingannar un altro, ma ingannar se stesso è molto difficile.
Parola Del Giorno
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