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Aggiornato: 4 giugno 2025
Da quel giorno aveva abbandonato per sempre il consorzio degli uomini. Lassù, sulla montagna, in una piccola baita, vicino alla natura, che era stata la sua amica in ogni tempo e quasi la madre sua, si ritrasse solo; e la sua vita, che semplice era stata sempre, si raffinò ancor più in un crescendo immateriale, in una contemplazione indefinita di tutto ciò che era l'opera di Dio.
L'emozione, che nessuna parola riesce ad esprimere, è per sua natura vaga, indefinita; questo carattere è quello che la musica consegue mirabilmente. Beethoven è il più grande psicologo. Qualche volta io sento di arrossire, tanto a fondo scruta nell'anima mia. 25 ottobre. Quando i miserabili accozzatori di parole hanno detto che una sensazione od una emozione sono ineffabili, hanno detto tutto.
Nancy aveva scritto un terzo del Libro. Era una grande opera: un Libro di cui il mondo parlerebbe. Come il portento di Giovanna d'Orléans, una visione ultra terrena le aveva incendiato il cuore. Sentiva il Genio, come una grande aquila imprigionata, agitare le immense ali nel suo cervello, e l'Ispirazione, abbagliante e indefinita, le stendeva le braccia.
Poco prima dell'epoca del nostro racconto, Gian Giacomo, spinto da tutte le suaccennate riflessioni, aveva tentato un gran colpo politico, dall'esito del quale, se stato fosse favorevole, poteva ripromettersi una legittimazione vera, e una sicurezza inalterabile di dominio, oltre indefinita speranza d'ingrandimento; e nei giorni appunto di cui teniamo parola doveva conoscerne il risultato, del che egli stava in ansiosa aspettativa, potendo ad ogni istante succedere il ritorno di chi dovea recarne le novelle.
Una strana, vaga, indefinita idea, ma un'idea di paura attraversò come un lampo la mente di Matilde; essa tolse vivamente il bicchiere dalle labbra e dalle mani del padre quand'egli aveva appena bevuto un terzo del farmaco. Basta, gli disse, ho paura che il berlo tutto ti faccia male. Perchè? Ha un odore così forte!... Emilio potrebbe avere sbagliato nella dose... Eh via!... egli così riflessivo!
E pensavo che aveva ragione Grigoni quando mi ripeteva che la vita ha qualche valore soltanto per chi è convinto che essa non ha nessun valore. No, Dario, fece Bissi. Niente finisce, tutto continua. La nostra esistenza è una evoluzione indefinita, un crescente germogliare di cose nuove da quelle che ci sembrano morte e rivivono sotto forma più perfetta; tu lo sai meglio di me.
Una immensa stanchezza mi prostrava; tutte le membra mi pesavano. Reclinai il capo sul lembo del guanciale; rimasi alcuni minuti in quell'atto oppresso da una pena indefinita. Sussultai udendo la voce di Giuliana che diceva: Tu mi nascondi qualche cosa. No, no. Perché? Perché sento che tu mi nascondi una cosa. No, no; t'inganni. M'inganno. Tacque. Appoggiai di nuovo il capo sul lembo.
Il gaudio mio più intenso era nel sapermi lontano dalle cose passate, lontano da certi luoghi, da certe persone, inaccessibile. Assaporavo talvolta la pace della campagna primaverile raffigurandomi lo spazio che mi divideva dal mondo oscuro dove io avevo tanto sofferto e di dolori tanto cattivi. Una paura indefinita mi stringeva ancora, talvolta, e mi faceva cercare con sollecitudine intorno a me le prove della sicurt
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