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Aggiornato: 6 maggio 2025
Eppure poche persone hanno tentato la lirica e la drammatica con migliore e più soda preparazione di lui; poche persone hanno teorizzato nelle polemiche con criteri più spassionati e più giusti dei suoi, sia trattando le questioni dell'idealismo e del verismo nei giorni in cui lo Stecchetti le aveva suscitate con Postuma e con Polemica, sia trattando il soggetto dei metri barbari, dei quali aveva, come ho accennato, un prudenziale orrore. E di questa polemica, ora dimenticata, ma che può insegnare o rammentare parecchie cose buone anche oggi, mi piace staccare il seguente tratto: «Questo bisogno di rinnovamento che è, direi, nel sangue e nell'aria, e travaglia gli artisti e via li porta nella sua rapina, si traduce ai più incoscienti in una ricerca quasi morbosa del nuovo e del bizzarro, come tale. Del processo intimo che la letteratura attraversa costoro sentono vagamente il soffio: intendono che qualcosa intorno ad essi, non nei tipi eterni, ma nelle forme dell'arte, si modifica, si trasfigura: e non avendone che una nozione confusa, tementi solo di rimanere in ritardo, o di parer fuori del movimento, corrono dietro affannosamente, come i fanciulli alle farfalle, ad ogni larva non veduta o strana, ad ogni luccicchio che passi loro davanti agli occhi, per l'aria. Ciò che nello ingegno dei migliori è un presentimento gagliardo di nova via e ragioni dell'arte ancor non note, ch'essi vanno tentando ed esplorando con orme insieme mal sicure ed audaci, aumenta l'impazienza smaniosa di tutti quelli che dietro a loro si affollano a far coda, aspettando che i novi sbocchi si aprano. Dove i primi mettono, tastando il piede, e tutti l
La pazzia che mi era salita alle tempia, soffiava anche su di loro e li travolgeva, la musica dettava e rinnovava angoscie e rapimenti pure seguendo fedelissima le note scritte; il minuetto digradava in ridda, pure serbando la struttura della danza aulica, ma gli amanti, smarriti, incoscienti del luogo e della folla, attingendo scambievolmente uno dall’altro per gli occhi la vita che fuggiva, estatici, deliranti, impallidivano visibilmente come oppressi da una stanchezza mortale.
Esisteva il pericolo per le istituzioni? È strano che lo si abbia trovato in dimostrazioni e tumulti avvenuti al grido di: Viva il Re! quando si portarono in giro i ritratti dei Sovrani; quando affermavasi che il governo guardava con simpatia ai dimostranti, stanco com'era di vederli opprimere dalle consorterie locali e dall'egoismo dei grandi proprietari; quando si sperava che il figlio del Re e lo stesso on. Crispi sarebbero venuti a capitanarli Questa la voce, che correva a Palma Montechiaro. E furono precisamente le sentenze dei Tribunali militari, che constatarono l'assenza di ogni carattere politico nei moti, che essi furono destinati a punire. C'erano forze incoscienti ma organizzate, che a momento opportuno avrebbero potuto essere adoperate dai malintenzionati ai loro fini sovversivi, volgendo a loro benefizio, la ingenuit
Vengono e vengono gli allucinati, sempre, a migliaia e migliaia, tutti i giorni. Essi seguono follemente il loro miraggio, abbacinati; non sanno nulla, fuori che questa è la terra dove «si fa fortuna»; ignoranti e incoscienti, senza volont
S'eran fatte le cose con lusso e i curiosi s'urtavano formando ala presso la porta; alcuni ridevano incoscienti, altri numeravan le carrozze; parecchi s'eran avvicinati alle corone, e s'arrischiavano a toccarne o a fiutarne i fiori. Questo mi diceva come insignificante fosse il cessar d'una vita, nell'insolenza d'altre vite più volgari.
Il suo male, signora disse blandamente il dottore, e proseguì: Lei deve possedere una memoria di ferro e quindi deve ricordare, enumerare tutti i torti di suo marito. Questo elenco, fatto quasi ogni giorno, supponiamo, porta all'autosuggestione, all'esacerbazione della voce, agli atti diremo così incoscienti. Poi segue un abbattimento, nausee, palpiti, cefalee...
Caracciolo, benchè sicuro del fatto suo, non senza inquietudine aspettava le sovrane risoluzioni: e col suo indispensabile occhialino, da uno dei grandi balconi del palazzo non si stancava di lanciare sguardi di fuoco sui passanti nella Piazza, napolitanescamente mormorando parole di sprezzo contro questi incoscienti del progresso filosofico d’oltralpe, indegni de’ tempi.
Superiore a tutti in modo assoluto, pel numero dei soci iscritti e attivi, per la organizzazione e per la coscienza dei fini da raggiungere, era il Fascio di Catania, che formava uno strano contrasto con quelli della provincia, che erano fiacchi e incoscienti.
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