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la specializzazione tattica dei cannonieri era giunta ancora a tal segno da richiedere particolari provvedimenti a loro riguardo, sicchè la Serenissima si compiaceva di conservare loro, al possibile, quella tal veste di maestranza, rimasuglio di vecchi statuti e consorterie, dalla quale il corpo medesimo, con poca spesa, ritraeva grande prestigio e saldo vincolo organico.

Crispi, dai telegrammi dei Prefetti e sotto prefetti nei momenti del pericolo e quando in Sicilia non c'erano ancora truppe a sufficienza, emerge che il Presidente del Consiglio e il Regio Commissario Straordinario, che il governo insomma, in alto e in basso, riconosceva ciò che deputati e pubblicisti avevano denunziato, e cioè: che la causa determinante dei moti di Sicilia doveva riconoscersi nella partigiana, dissennata e iniqua amministrazione dei municipî, infeudati da anni a consorterie locali che ne usavano ed abusavano in tutti i modi sotto l'egida dei Prefetti, ed anche di deputati, ai quali in contraccambio delle protezioni accordate rendevano con zelo servizî polizieschi ed elettorali.

Io giurai, primo, quello Statuto. Molti lo giurarono con me allora e poi, i quali sono oggi cortigiani, faccendieri di consorterie moderate, servi tremanti della politica di Bonaparte e calunniatori e persecutori dei loro antichi fratelli. Io li disprezzo. Essi possono aborrirmi, come chi ricorda loro la fede giurata e tradita; ma non possono citare un sol fatto a provare ch'io abbia mai falsato quel giuramento. Oggi come allora io credo nella santit

Esisteva il pericolo per le istituzioni? È strano che lo si abbia trovato in dimostrazioni e tumulti avvenuti al grido di: Viva il Re! quando si portarono in giro i ritratti dei Sovrani; quando affermavasi che il governo guardava con simpatia ai dimostranti, stanco com'era di vederli opprimere dalle consorterie locali e dall'egoismo dei grandi proprietari; quando si sperava che il figlio del Re e lo stesso on. Crispi sarebbero venuti a capitanarli Questa la voce, che correva a Palma Montechiaro. E furono precisamente le sentenze dei Tribunali militari, che constatarono l'assenza di ogni carattere politico nei moti, che essi furono destinati a punire. C'erano forze incoscienti ma organizzate, che a momento opportuno avrebbero potuto essere adoperate dai malintenzionati ai loro fini sovversivi, volgendo a loro benefizio, la ingenuit

Essi dimostrarono con ciò che d'ora innanzi gl'interessi del popolo non saranno più abbandonati agl'intrighi delle consorterie, ma discussi e propugnati alla luce del sole, in mezzo al popolo e col popolo! Scoppio di battimani. Non si scherza, bisbiglia il popolo. Le canta chiare. Non ha paura di nessuno.

Nell'ordine amministrativo si reclamano pronti provvedimenti che spengano ed impediscano il risorgere dell'attuale prepotenza delle consorterie locali, che opprimono i deboli e gli avversarî; non rendono fruttuosa l'opposizione nelle vie legali; e coll'intrigo, colla corruzione o colla protezione dei deputati, del governo centrale e dei suoi rappresentanti scambiano le parti e riducono alla condizione legale di minoranze, quelle che realmente sono maggioranze.

Il costo di produzione soverchiava adunque in modo inaudito il valore del prodotto, v'erano fede ed energia capaci di metterli in correlazione, amputando con sicurezza un organismo mastodontico di consorterie, lento e parassitario.

Sotto un certo aspetto, anzi, ci fu un peggioramento, poichè i deputati dell'isola che in maggioranza erano di sinistra, colla cosidetta rivoluzione parlamentare del 18 Marzo 1876 ebbero le grazie e i favori del potere a benefizio delle clientele e delle consorterie locali che dichiaravano di aderire al proprio partito.

Accusatori, testimoni ed accusati. Da una circolare del Generale Morra di Lavriano da accenni e telegrammi dell'on. Crispi, da lettere e telegrammi dei Prefetti e sotto-prefetti nei momenti del pericolo e quando in Sicilia non c'erano ancora truppe a sufficienza, oltre che da quanto sin'ora è stato esposto sulle cause dei moti di Sicilia, emerge luminosamente, che in questi ebbero parte grandissima le ire e gli odî dei partiti locali, gli antagonismi e le lotte amministrative: la partigiana, dissennata e iniqua amministrazione dei municipî, infeudati da anni a consorterie locali, che ne usarono ed abusarono in tutti i modi sotto l'egida di Prefetti e deputati: le prepotenze delle combriccole locali, che, come scrisse l'on. Pantano, appestano l'aria delle citt