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Aggiornato: 23 giugno 2025


Signore, non vi sgomentate, che non si fa un corso di estetica. Volevamo, con questo accenno d'infanzia, significarvi che abbiamo a nostre spese imparato a non mettere il naso ne' banchetti di nozze, e che, da uditori diventati narratori, vi facciamo grazia del convito finale. Gi

Quando capii che le mie vene troppo gonfie di primavera stavano per inginocchiarmi, tutta viva, tutta ebbra, sotto il potere della sua bocca, risi, risi, ancora ebbi la forza di ridere, nel sole, come una pazza... Non mi fece male. Se ne andò come un ubbriaco. Disse a mio padre che avevo tutto imparato. Non lo vidi più.

»In casa, tutte le ore che gli restavano, le dedicava alle sue arie. Nei molti paesi dov'era stato, in Francia, in Spagna nei paesi tedeschi, avea imparato molte maniere di balli, e la domenica, dopo vespero, ce ne insegnava qualcuno.

E il parroco che era incantato del modo con cui Tommaso sapeva il catechismo ed aveva imparato a servir la messa: Conviene far studiare vostro figlio, Matteo. Egli è un genio. C'è un mondo in quella testa grossa: e chi sa che cosa ne potr

Gli parve un po' turbata, e si accorse che cercava ogni pretesto, raccogliendo or un oggetto, or un altro, sulla tavola per non allontanarsi da lui. Che avete stasera? le domandò il brav'uomo. Ella rispose con uno scoppio di pianto. Avea imparato da Enrica il segreto del piangere a suo grado.

È qui nel mio raggio, sullo stesso piano, ha la cella piena di volumi, mi ha lasciato supporre che mi avrebbe fatto fare un'indigestione di libri e poi mi tiene qui a penare e ad aspettarli ad ogni piede che passa! Che la guardia non abbia voluto prenderli? Ma e la «colomba», non ha ancora imparato a «colombare»?

Leggesi su per le storie, che le Castellane d'Inghilterra, venute meno le provviste, mettevano su la mensa al nobile marito un piatto con dentro un paio di sproni: a questa cena, se la dura così, io temo riserbata la Italia; per me credo, che il signor Minghetti, il quale è uomo di lettere, abbia imparato dalla lettura del Canto del Conte Ugolino a comporre i suoi poemi di Finanza, però che l'ultimo suo meni dirittamente la Italia a mangiarsi le mani per colazione.

La sua religione era quella del signor curato. Aveva imparato a credere dalla sua mamma, come questa alla sua volta aveva imparato dalla nonna. Di questa scienza fatta coscienza, non che dubitare, Regina non credeva nemmen possibile che si potesse aver un dubbio, come non si dubita del sole che porta il giorno. Invece la contessina metteva forse nella sua fede troppi capelli rossi.

Pierina lo aveva accompagnato spesso, era stata attenta e aveva subito imparato ogni cosa, tanto che tutta felice di poter rendersi utile, diceva spesso al babbo: Se hai da fare, va pure, penserò io al passaggio dei treni. E posso fidarmi? le diceva, non dimenticherai l'orario? Non c'è pericolo, poi la mamma me lo rammenterebbe.

Ed egli vuole tornare con me, o mamma bella, perchè niente gli piace senza di me, e il lusso non è il lusso, e il suo palazzo è una casupola, e le donne sono pupattole, e le abitudini sono catene.... Me l'ha scritto, e l'ho imparato a memoria, e gli credo.... Povera, povera bambina! esclamò Emma. Tu credi tutto; ma non gli hai domandato perchè non ti sposa?

Parola Del Giorno

dell’esule

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