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Aggiornato: 25 giugno 2025
Ugo dice Imilda, cambiando tutta quella, festa in una scena placidamente dolorosa: Dio sa come, anche oggi, fu affannato il tuo viaggio, con questo gelo, sulle scoscese rive del torrente, senza di me! Ma la mia solitudine! Oh sei qui: non voglio saper altro, tra le mie braccia tenaci! Ugo! E ad un tratto: Perché dunque stasera sospiri così? E perché non mi domandi della bimba?
Imilda, che seguiva Ugo alla lontana, colla testa chinata, stringendo la bambina, non resse più allo schianto del cuore, si arrestò, volse indietro la faccia, e chiamando: Ugo! Ugo! lamentò due volte: Quella povera bestiuola pare la ci saluti!... Perché non l'abbiamo condotta con noi? Ella forse cerca la padroncina....
E Imilda fremeva tutta: e taceva, non osando nemmeno a sè stessa confessare il grido dell'anima combattuta: poi A Oberto m'aveva promessa il padre: ed ero contenta, e sarei stata tranquilla... O Madonna, che voglio dirti? Che vuoi ascoltare?
Ugo guardava irresistibilmente. Il viso di Imilda gli pareva sfumasse nelle nebbie di un sogno. Che sogno? Oberto toccava il salterio: ella cantava le laudette religiose. No! no! Oberto riprendeva lo strumento e atteggiava la persona al mollissimo abbandono dell'amore. Per l'inferno, spezzategli le corde!
Tu che sei interceditrice potente, e tu che tutto ascolti!... Se ci fosse anche la madre mia a pregarvi! Come la vorrei accanto a me! E Imilda piangeva dirottamente: Ella m'avrebbe salvata da questo tumulto! Vedi, anch'io vorrei esser tra l'armi, per udire quel grido: vittoria!... Vergine dolcissima, tu sorridi a me che piango?
Vide Ugo, si avventò su di lui, supplicando ansiosissima e dolorosa: Siete ferito? Siete salvo? e buttò via il panno dal capo, lo raccolse per farne una fascia, sollevò la faccia a Dio. Era madonna Imilda! Quella lì vicino la casa di Agnese. Ugo non credette e lanciò innanzi le mani, come per stracciare una nebbia, gridando: No! È crudelt
Ugo con moto improvviso sorse, e si cinse la spada, poi ne morse gli elsi con potentissimo affetto. Chi siete? una e due volte domandò Imilda ad Ugo. Sono il figlio di Guidinga. Imilda lo interrogò con un lungo sguardo. Ed Ugo nuovamente pensando: Com'è il mare? si rispose: Dovrebb'esser come l'anima quando è in tempesta! Come l'anima quando sorge il sole!
Ugo guardava... La smorta faccia di Oberto non era faccia che egli si potesse dipingere incorniciata di maglia, colla bocca che impreca ai nemici, col naso fiutante la polvere del combattimento, cogli occhi dai lustri audacissimi... Imilda, melanconica e dolcissima, aveva l'aureola dei biondi capegli, le labbra dischiuse al canto amoroso, le nari voluttuosamente ebbre come d'alito profumato, le pupille lente nel sopore placido delle visioni insidiose.
"Imilda era nella cappella da un pezzo e così pregava, quando nella corte ecco un grido spaventato, e un altro! Imilda si alza in piedi tremante, corre sotto un finestrone aperto. I nemici! ascolta la voce del vecchio Federigo: Salvate madonna! ed ecco ancora: Fuoco! fuoco!
Poi nella corte: Oibò! guardate dal porre mano sulle cose sacre! C'è su scomunica di pontefici sommi. Via, dalle inferriate, marmaglia! Ma più poderosa gridava la voce: Balestrate fuoco nelle finestre! dappertutto! Madonna Imilda per somma grazia della Vergine santa aveva perduto i sensi. Quando dopo un pezzo risentì l'angoscia della vita, si trovò avvinghiata fra le braccia di un cavaliero.
Parola Del Giorno
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