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Aggiornato: 1 giugno 2025


DON IGNAZIO. Ci ho tanto pensato ch'il pensiero pensando s'è stancato nell'istesso pensiero. SIMBOLO Che sapete se vostro fratello se ne contenta, o vostro zio che vi vol maritar con una figlia de grandi de Ispagna? Poi, povera e senza dote!

Le cornacchie e li farchi da per aria Veniveno a beccájese la faccia, E der pezzo de sopra de le braccia C'era rimasto l'osso. Che barbaria! E ne l'arzallo pe' portallo via, Je trovassimo sotto un istrumento Lungo cusì, che mo sta in Pulizia. Poi don Ignazio disse le preghiere; E tornassimo co' le torcie a vento, Pe' la macchia, cantanno er Miserere.

Il portone della nobile casa venne schiuso. Il portiere riconosciuto il reverendo padre Ignazio, con un strisciante inchino lo salutò, baciògli la mano e gli fece lume accompagnandolo fino ai primi gradini della scala più per cerimonia che per bisogno essendo gi

CARIZIA. Signor don Ignazio, poiché Angiola mia zia mi fa fede della vostra onorata richiesta, io non ho voluto mancare dalla mia parte: eccomi, che comandate? DON IGNAZIO. Io comandare, che mi terrei il piú avventurato uomo che viva, se fusse un minimo suo schiavo? Voi sète quella che sola avete l'imperio d'ogni mia voluntá, e a voi sola sta impor le leggi e romperle a vostro modo.

Ah questo è un altro paio di maniche! sclamò don Ignazio. Quanto a lei, marchese ripigliò il giovine conte volgendosi al d'Arco la mi permetta di ringraziarla, delle sue buone parole. Oh io sento che la Elisa sarebbe stata la sola donna al mondo che avrebbe potuto farmi felice, ma non ho saputo meritarmela ed è giusto che succeda ciò che deve succedere.

Il barone gli fu coi pugni sulla testa. Accorse il commendatore, mentre Ignazio Bühler trascinava via Ersilia, che non aveva saputo trattenere un grido. Gi

DON IGNAZIO. Tu sai, da che siamo nati, avemo sempre con grandissima emulazione gareggiato insieme di lettere, di scrima, di cavalcare e sopra tutto nell'amoreggiare, ché ogniun di noi ha fatto professione di tôr l'innamorata all'altro.

Il 17 ottobre del 1779 il primogenito del Barone Ignazio Capozzo, un bravo giovane a 22 anni, sposava la figlia del gi

DON IGNAZIO. Giá fuggono le tenebre dell'aria, ecco l'aurora che precede la chiarezza del mio bel sole, giá spuntano i raggi intorno: veggio la bella mano che con leggiadra maniera alza la gelosia. O felici occhi miei, che siete degni di tanto bene!

DON FLAMINIO. la sorella è men disonesta di lei; e un certo capitano ciarlone, che suol pratticar in casa, se la tiene a' suoi comodi. Or questo, che è il peggior uomo che si trovi, sará vostro cognato; e ci son altre cose da dire e da non dire. DON IGNAZIO. Mi par impossibile. DON FLAMINIO. Farò che ascoltiati da molti il medesimo.

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