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Aggiornato: 10 maggio 2025


PROTODIDASCALO. Heu misera, negletta e profligata virtude! MASTICA. Orsú, mi prometterai tu quanto ti ho detto? LAMPRIDIO. Eh, Mastica, conoscerai in altro modo la mia liberalitá. MASTICA. Eccoti la lettera, leggi piano che non sii inteso. LAMPRIDIO. «Sola speranza d'ogni mio bene,...». Oh dolcissimo principio!

GERASTO. Or questa è bella, che un forastiero dica ad un cittadino che è forastiero, e gli vogli insegnar la sua casa! Heu fuge crudeles terras, fuge littus avarum! GERASTO. Perché mi dite voi questo? NARTICOFORO. In questa casa ci è la peste, e ponendovi la testa dentro o toccando la porta, s'apprende. GERASTO. Penso che voi vogliate darmi la baia.

LAMPRIDIO. Sai soverchio. Ma non sai che, avendomi trovato in presenza di Sennia, ho finto non conoscerlo e cacciatolo via. Ci è di peggio: che è venuto il vero Teodosio ed Eugenio e l'ho scacciati di casa, ed eglino sono andati alla giustizia a lamentarsi. PROTODIDASCALO. Heu, che non ti potea accader cosa piú mala, peggiore e pessima positivo, comparativo e superlativo.

Pascua Pieriis demum resonabat avenis; Atropos heu! laetum livida rupit opus. Huic ingrata tulit tristem Florentia fructum, exilium, vati patria cruda suo. Quem pia Guidonis gremio Ravenna Novelli gaudet honorati continuisse ducis, mille trecentenis ter septem Numinis annis, ad sua septembris idibus astra redit.

PROTODIDASCALO. Menti, lurcone, nugigerolo, sicofanta! MASTICA. Menti tu, che sia tuo fante. PROTODIDASCALO. Heu, heu, heu! MASTICA. Guai ti dia Dio, che hai? PROTODIDASCALO. Mi doglio all'antica. Da dolentis? heu, ah et cetera. Ma «o tempora, o mores», o aurea etá, dove sei transacta, ove sei! o Cicerone che increpavi i tuoi tempi!

E fossero pur eglino usati soltanto giusta le leggi dell'onesto e del giusto! come non vorrei che Boezio si lamentasse, dicendo: Heu! quis primus fuit ille auri, qui pondera tecti gemmasque latere volentes pretiosa pericula fodit?

Heu quantum mutatus ab illo! esclamò il Farinaccio porgendogli la mano, che l'altro strinse affettuosamente dicendo: Ed ora che conoscete la mia miseria... ora che la mia sciagura vi sforza al pianto, mi lascerete voi andar via disperato?

ESSANDRO. Non tante parole: stendi le gambe; se non, che te le farò tener da un fachino. NARTICOFORO. Fate almeno che mi reminisca l'interiezioni dolentis. ESSANDRO. Taf. NARTICOFORO. Heu, unus! ESSANDRO. Taf. NARTICOFORO. Uhá, duo! ESSANDRO. Taf. NARTICOFORO. Oh, tria! ESSANDRO. Tif, taf, tif. NARTICOFORO. Heu, oh, uhá, quater: a quatuor usque ad centum sunt indeclinabilia.

«Heu quantum misero poenae mens conscia donat!». LUC. Però ch'io sol la rabbia in te raffrene! forse tempo verrá che da me impetri de le stagion di foco e ghiaccio piene.

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