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Aggiornato: 6 giugno 2025


Alto fato di Dio sarebbe rotto, se Lete' si passasse e tal vivanda fosse gustata sanza alcuno scotto di pentimento che lagrime spanda>>. Purgatorio: Canto XXXI <<O tu che se' di la` dal fiume sacro>>, volgendo suo parlare a me per punta, che pur per taglio m'era paruto acro, ricomincio`, seguendo sanza cunta, <<di`, di` se questo e` vero: a tanta accusa tua confession conviene esser congiunta>>.

AP. Cotesto non mi attribuisco io d'avere i poeti su per le dita; perciò che è tanto il fare professione di tal cosa, che chi non sa niente non debba attribuirsela; perchè principalmente bisognerebbe avere la lingua greca e la latina, dipoi sapere i profondi sensi della più nascosta filosofia, delle quali cose è pieno il poeta, e massimamente Omero, il quale intendo essere stato dichiarato con gran comenti da Aristotile, e da alcuni altri filosofi stoici. Intendo ancora Plutarco essersi sforzato di mostrare in un libro assai ben grande, che quel cieco ebbe ogni scienza, ogni arte, e finalmente che seppe tutte le cose umane e divine; per la qual cosa, così come io nego d'aver quella tal cognizione, così ancora confesso che alle volte, quando ho avuto tempo, mi sono esercitato fra loro, ma solo per aver notizia delle lingue, per cavarne (sendo pur anco occupato in altro) alcuni ammaestramenti accomodati a' costumi, per non parere dipoi nel cerchio degli amici ignorante delle lettere, quando vien occasione di parlare. Se io non ho avuta quella filosofia che è nascosta in loro, l'ho almanco tocca, e (come si suol dire) l'ho gustata con la sommit

E io a l’ombra che parea più vaga di ragionar, drizza’mi, e cominciai, quasi com’ uom cui troppa voglia smaga: «O ben creato spirito, che a’ rai di vita etterna la dolcezza senti che, non gustata, non s’intende mai,

BALIA. Tu non sai che cosa è mondo hai provato la dolcezza di amore, ché se l'assaggiassi una volta ti verrebbe ben voglia di tornarvi dell'altre. CINTIA. L'ho gustata tante volte che ne son stucco e pregno. BALIA. Hai fatta la faccia rossa e vergognosa come fusse una vergine. CINTIA. Potrebbe essere che la vergine l'avessi in corpo. BALIA. Lascia tanta vergogna, togli a un tratto la maschera.

Adunque, poi che fu ritornato ad , vestito del vestimento di Cristo crocifixo, alla perfeczione dell'amore che in me aveva gustata e veduta e che i santi gustano separati dal corpo, gli pareva, el suo, imperfecto. E però gli pareva che la gravezza del corpo gli ribellasse, cioè che gl'impedisse la grande perfeczione della sazietá del desiderio, che riceve l'anima doppo la morte.

Son avampato di sorte che non fu mai fiamma, combattuta da venti, cosí ardente come questa alma. Ardo nel fuoco ch'io medesimo m'ho fatto, e come fenice mi rinuovo nella mia fiamma. Or conosco che di tutti gli umani desideri solo l'amoroso è insaziabile. Onde, avendo gustato cosí dolcissima donna, mi par impossibile il poter vivere senza lei.... NEPITA. Dunque l'hai gustata, eh?

Questo è quello ultimo stato dove l'anima sta beata e dolorosa: beata sta per l'unione che ha facta meco per sentimento, gustando l'amore divino; dolorosa sta per l'offesa che vede fare a me, bontá e grandezza mia, la quale ha veduta e gustata nel cognoscimento di e di me, per lo quale cognoscimento di e di me gionse a l'ultimo stato.

Alto fato di Dio sarebbe rotto, se Lete' si passasse e tal vivanda fosse gustata sanza alcuno scotto di pentimento che lagrime spanda>>. Purgatorio: Canto XXXI <<O tu che se' di la` dal fiume sacro>>, volgendo suo parlare a me per punta, che pur per taglio m'era paruto acro, ricomincio`, seguendo sanza cunta, <<di`, di` se questo e` vero: a tanta accusa tua confession conviene esser congiunta>>.

E io a l'ombra che parea piu` vaga di ragionar, drizza'mi, e cominciai, quasi com'uom cui troppa voglia smaga: <<O ben creato spirito, che a' rai di vita etterna la dolcezza senti che, non gustata, non s'intende mai,

In questa vita, observandola, hanno gustata la pace, e nella beata vita ricevono e vestonsi della perfectissima pace, dove è pace senza veruna guerra, e ogni bene senza veruno male, sicurtá senza veruno timore, ricchezza senza povertá, sazietá senza fastidio, fame senza pena, luce senza tenebre, uno sommo bene infinito e non finito, e uno bene participato con tucti e' veri gustatori.

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