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Aggiornato: 24 giugno 2025
Che direm, Guottibuossi, e che faremo? Bradamante dicea: Diamle a ber oppio, e addormentata via la porteremo. Dicea don Guottibuossi: Ho un pensier doppio; lasciate ch'io il maturi, e parleremo. Tutto ha rimedio fuor che il collo in pezzi. Bradamante l'aiuta co' suoi vezzi.
S'ella dice: Nol voglio dite il vero, degg'io far, ch'ella il prenda, col coltello? Don Guottibuossi era un abile prete, e disse: Io vo' parlarle, se il volete. Furon contenti e a lui s'accomandâro. Il prete pensa una sua malizietta. Trova Marfisa sola, ed ebbe caro, ché rado fu trovata o mai soletta.
Don Guottibuossi pur la zucca prostra due o tre volte e sta mortificato, e poiché fino al finocchio ha consunto, gli parve allor di ragionare il punto. E disse: In coscienza questa dama può dir s'io feci a lei parola alcuna; ma veggio alfin che odiato è chi piú ama, e converrá ch'io cerchi altra fortuna.
Si noti che l'astuto don Guottibuossi cappellano adulava ironicamente Marfisa, gran estimatrice delle dette opere, per prenderla nella rete e per farla sposa di Terigi. Stanza 37. Marco e Matteo dal Pian di San Michele, ch'eran torrenti della poesia, a don Gualtieri accendevan candele perché Terigi a un d'essi l'ordin dia...
Don Guottibuossi a far s'aveva tolte quelle ambasciate, e ritorna e non cova. Marfisa, irata, alfin disse: Ser prete, io v'ho, con chi vi manda, ove sapete. Attendo un cavaliero di Guascogna; la mia parola esser de' mantenuta. S'egli non vien, seccar non vi bisogna, perocch'io sono in questo risoluta.
L'offerta, per quanto si dice, deve servire a que' preti per provvedersi di libri ecclesiastici, da studiare per erudirsi nel loro sacro ministero; ma parecchi de' preti veneziani consacrati fanno l'uso di quell'offerta, che fece don Guottibuossi, cappellano in casa di Ruggiero e servente di Bradamante. Stanza 69.
Don Guottibuossi don Gualtier ripesca e trova scuse, e gridano tra preti: rattaccónanla un tratto, e quattro e diece; ma alfin non c'è piú stoppa né piú pece. Era un dí di quaresima, e nel duomo per il predicator v'era gran piena, ché si teneva inarrivabil uomo per eloquenza e mente e voce e lena.
Orsú, non farò mai cotesta cosa. Rugger, don Guottibuossi e Bradamante sopra tre scranne in una cameretta consiglian come quella stravagante si potesse cacciar nella celletta, perché il farla pigliar da un arrogante, da tre, da quattro, e farla annodar stretta e portarla in convento, non va bene, ché farebbe una scena delle scene. Dicea Rugger: Io mi sento che scoppio.
Va predicando per tutto il paese due gran tristi, Rugger e la mogliera; e scrive al cavalier com'ella intese alcun'accuse, e faccia una bandiera della scritta nuziale, o ad una rocca un cartoccino, o si netti la bocca. Rugger fu quasi per scoppiar di rabbia. Don Guottibuossi, prete suo di casa, fe' tutto acciò Marfisa si riabbia, ma quella serpe non fu persuasa.
Di prete Guottibuossi un stratagema caccia Marfisa in monastero; e in questo tra le monache e quella, che non trema, nasce un combattimento poco onesto. A Terigi il decoro e l'util scema; gli vien promosso un piato assai molesto. Diconsi alcune cose de' scrittori, poi del guascon ch'è di Parigi fuori.
Parola Del Giorno
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