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Aggiornato: 2 luglio 2025
Suonai replicatamente al portoncino. Nessuno venne ad aprirmi. Una donna che usciva dalla casa accanto si fermò a guardarmi esitante, poi mi disse: Sa? Non c'è nessuno. Abitava qui... una signora.... È partita, da un pezzo. L'appartamento è sfitto. Da un pezzo? domandai stupito. Eh! Da tre settimane, almeno.
L'accappatojo di Lidia prendeva una tinta deliziosa, difficile a riprodursi, che pareva gradazione di due colori soavi compenetrati. Rimasi un istante a gustare il quadro. Lidia continuava a guardarmi coi grandi occhi turchini.
E piantato innanzi allo specchio, andava facendo sberleffi, accompagnati da gesti veloci, come avesse incarnato un personaggio carnevalesco. Su, su, esclamò la giovane ridendo, smettete di fare l'arlecchino! Non vedete che vi osservano? Aspettate: ho quello che vi occorre. Vi prego di guardarmi: Romeo è, al mio confronto, un utente caldaie a vapore....
Tu sei ai primordî, e si fanno sempre di questi progetti sui primordî. Si redige l'elenco di quanti entreranno in casa e di quanti ne staranno fuori. Poi, tutto ciò passa, come un soffio.... Cacciate le mani nelle tasche, Ettore s'avvicinò al quadro dei disegni, osservandoli attentamente, come li vedesse per la prima volta; non sembrava parlare che per sè, quasi senza guardarmi.
Le proibisco di andare. La signorina Kitty abbassò il capo, alzando le pupille a guardarmi di traverso. Come comanda bene! mormorava frattanto. Ho piacere che l'osservi; risposi. E Lei obbedisca bene. Mi fece il muso lungo lungo; poi scoppiò in una risata, che fece ridere anche me. Gran diavola e buona compagnona!
Bestia! io non li lasciai un momento quei pezzi di ladri. L'imbroglio fu a Useria.... perchè non ci andaste quando fecero la divisione? E tu perchè non ci andasti? Io.... io.... la mia veste sacerdotale..,. Eh, non mi rompere i corbelli con la tua veste sacerdotale! Dovevo guardarmi le spalle.... E credi che le mie l'abbia di legno? Che belle storie!
Appena aperte le imposte, la contessa si arrestò un istante come attonita a guardarmi, forse al pari di me stupefatta dalla sorpresa, e dubbiosa della scoperta. Poi mi parve, da una contrazione quasi impercettibile del volto, che mi avesse riconosciuto: chiuse le invetriate e si ritirò lentamente. Io rientrai, caddi sul canapè, sopraffatto da confuse emozioni, nelle quali però dominava una strana paura... paura di quel fantasma che mi perseguitava con implacabile fatalit
Un'irrequietudine strana mi teneva. Talvolta era come un godimento, come un assalto di gioia confusa. Talvolta era come un'impazienza acutissima, una smania insofferibile. Talvolta era come un bisogno di vedere qualcuno, d'andare in cerca di qualcuno, di parlare, di espandermi. Talvolta era come un bisogno di solitudine, di correre a rinchiudermi in un luogo sicuro per rimanere solo con me stesso, per guardarmi bene a dentro, per sviluppare il mio pensiero, per considerare e studiare tutte le particolarit
Negli ultimi giorni, che passai in casa della signora Lorini vostra zia, a cui mio padre mi aveva affidata, io vedeva, ogniqualvolta andava alla finestra, un uomo guardarmi fissamente, ed in modo che quasi mi spaventava. Credetti però non dovermene dar gran pensiero; per questo non ne dissi nulla alla signora Lorini. Voi eravate assente.
Egli non sembrava malcontento della scenetta e mostrò un ingenuo rammarico che non avesse avuto altro seguito. Però si compiacque di avvertirmi con quel suo favorito fare misterioso di guardarmi dalla collera del signor De Boni.
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