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Aggiornato: 3 maggio 2025


E le ombre si addensavano, e le stelle ammiccavano più fulgide, e i grilli trillavano più forte, e il cuculo inanimito appaiava più di frequente le sue note.

Noi abbiamo le medesime folli e ammalate inclinazioni per i fiori rossi del papavero, per le cose cupe e tragiche, per i tramonti incendiati, per le albe sanguigne, per gli azzurri oltremarini, per le maremme pestilenziali sotto il sole, per i profumi violenti, per l'oro intarsiato che pare scorrere, fluido, liquido, sul fondo nero della lacca, per i grilli sfiniti che muoiono d'amore nel solco fumicante, per le farfalle nere che si abbruciano intorno al lume.

E un'altra cosa insolita, e che più forse metteva nei loro animi una sensazione che somigliava alla paura, era il silenzio universale, nel quale a un tratto venivano ravvolti ogni qualvolta sostasse l'unghia dei cavalli; un silenzio profondo, assoluto, tetro e ben diverso dai soliti silenzi notturni. Passando, tre prima, a notte chiusa per quel campo, s'udivano que' suoni indistinti, que' mugolii lontani, que' gemiti vaghi che fondendosi in una cosa sola, ci avvisano che la natura è tranquilla, ma non è morta. I zufoli dei rigogoli sui più alti rami degli orni, le dolci musiche dei rosignuoli dalle siepi, dai platani, i tremoli squilli delle palombelle fra i rami delle guercie, i cicalecci monotoni dei grilli dagli ippocastani, il picchiare minuto e incessante dei rostri ne' rami delle piante, le peste improvvise e rapide de' lepratti, dinotavano al viandante ch'egli non era gi

Ricordo soltanto che passai la nottata presso San Domenico su la strada di Fiesole, seduto su un muricciolo, e che la luna inondava la campagna col suo pieno lume sereno, e che i grilli zirlavano tra le erbe dei prati attorno e che un cane abbaiava, a intervalli, lontano. Ricordo che, a giorno alto, tornai a Firenze e che dovetti mettermi a letto con la febbre....

Le donne non guardarono che viso facesse Tecla alle parole di Marta; ma pensarono alla profezia del zolfo, udita lanciare di sul pulpito dal pievano. E cominciarono a parlare di lui, e a dirne tante lodi; che se davvero uno si sente fischiar le orecchie quando è menzionato in qualche luogo, don Apollinare dovè sentirvisi dentro le centinaia di grilli.

Il rumore affannoso, sibilante che Drollino faceva respirando, non bastava più a tenerla desta. E i grilli, nell'interminabile monotonia del loro coro, non parevano modulare che una sola parola: dormire, dormire! A dir vero, Drollino pareva molto più quieto adesso; il rumore dei suoi rantoli affaticati pareva diminuire. Ora invece vaneggiava.

Intanto la fatale scadenza si avvicinava a grandi giornate. Ahimè! Il cielo aveva un bel mettersi a festa, coi drappelloni più azzurri; i grilli canterini avevano un bel trillare alla luna, e le lucciole un bel far la ridda notturna fra i pioppi regalandogli senza spesa la gran scena del monastero nel Roberto il Diavolo. Il signor baccelliere aveva la mente a tutt'altro.

«Ode? diceva Rocco a Giuliano, i grilli cantano per farci maturare le uve; e lassù tutte quelle stelle si staccano dal cielo, per festeggiare la Madonna degli Angeli, che cade domaniIl giovane non volle togliere all'uomo semplice di cuore, quel tantino di poesia che gli raggiava nell'anima; perchè sarebbe stato come rubare ad un mendico il tozzo accattato per amor di Dio.

"Chi conosce i misteri d'una pianta o d'un sasso? "Noi ci viviamo in mezzo cogliam le frutta e i fiori, "Caviam fuoco dal sasso... ed ecco tutto!" Fuori, Nell'aperta campagna, il grillo allegramente Trillò ancor. Mastro Spaghi sospirò nuovamente. "Poveri grilli! Povere bestiole liete! Quante "N'ho ammazzate!... Di Rita ero allora l'amante!

Sotto i boschi densi d'ombra sostavano negli ardenti meriggi, e come le piccolette si divertivano a rincorrere le farfalle ed a snidare i grilli, egli ne prendeva argomento per spiegare le leggi dell'amore universale, per istillare nei giovani cuori la piet

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