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Aggiornato: 24 giugno 2025
« E dalle parole passando ai fatti, ebbimo appena campo di ripararci ad Heiligenstadt e fulminare interdetto contro i perturbatori del sinodo. E poi? « dimandò Gregorio » cosa avete fatto di poi, messer arcivescovo?
Ivi fatta una breve sosta, nell'uscire incontrò Maria che passava in carrozza; e la carrozza ad un cenno della duchessa si fermò subito. Vuol salire con me, don Gregorio? Lo accompagno a casa. Grazie, figliuola; ma vorrei fare due passi; ne ho bisogno. Allora scendo, e cammineremo un po' insieme. Maria smontò infatti, e tutt'e due tennero dietro alla carrozza che andava lentamente verso il paese.
Eppure cercate la medesima traccia, voi, dottore, cogli occhi bassi, voi, don Gregorio, cogli occhi in alto; v'incontrerete in fondo all'orizzonte, dove la terra tocca il cielo. Ah! esclamò Lamberto commosso d'ammirazione, sei sempre la Bice di una volta; mentre invece la signora Giulia, un po' seccata, la guardava senza aver ben capito le sue ultime parole.
Ah! era davvero una colpa quell'amor suo misero e caro?... e lo scrupolo, il dubbio della povera tormentata adesso si mutava in rimorso. Oh! no, no, don Gregorio! Io non sapevo di amare, fu un sogno, e quando mi sono svegliata non ero più padrona del mio cuore, non potevo altro che fuggire, e son fuggita via subito.
Niccoloso de Riso era giustiziere in Bari. Diploma del 27 maggio quinta Ind. , r. archivio di Napoli, reg. segnato 1268, A, fog. 29, a t. 1286, 9 luglio. Diploma di re Giacomo di Sicilia. Pubblicato dal di Gregorio, Bibl. arag., tom. II, pag. 500. 1287, 15 gennaio. Sussidio di once dodici all'anno, dato da' governanti di Napoli alla famiglia di Parmerio de Riso uscito di Sicilia.
La chiesa era stipata; il pubblico rumoreggiava curioso e pettegolo; ma quando don Gregorio unì indissolubilmente nel santo nome di Dio, in un nodo sacro, eterno, le due creature e le due anime, egli seppe trovare, benedicendole, parole così soavi da intenerire non solo gli sposi, Prospero Anatolio e i quattro commendatori, ma da suscitare in tutta quella gente una commozione viva e sincera.
GREGORIO LETI, Vita di Sisto V, parte II, lib. «Signor, non mi abborrire S'io porto invidia ai morti»; sono versi di un madrigale di M. Buonarroti.
La presura di costui nella battaglia di Malta si ritrae da un diploma di re Giacomo, dato di Messina il 19 luglio 1286, in di Gregorio, Bibl. arag., tom. II, pag. 500. D'Esclot, cap. 110, 114 e 116. Montaner, cap. 82, 83, 84, 93. Bart. de Neocastro, cap. 76. Nic. Speciale, lib. I, cap. 26. Saba Malaspina, cont., pag. 398, 399.
Gregorio la stette a considerare fisamente un bel tratto, quasi di quell'aquilino suo sguardo avesse voluto affascinarla.
Gregorio lo riconosce, e cangiando voce e sembiante ad un tratto gli parla: -Confortatevi, messer principe. Iddio che fa la piaga la medica. Sappiamo di vostre sventure: l'oro si prova col fuoco, gli eletti con le tribolazioni. Confortatevi, che noi provvederemo. Potete intanto ritirarvi.
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