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Aggiornato: 11 giugno 2025
«Nulla padre mio.» Ma un secondo svenimento sconfessò la risposta. La ferita si riaperse, ed il sangue usci di nuovo. La fantesca corse pel medico, e dieci minuti dopo entrò con esso. Dopo aver fatto rinvenire Eugenia medicò la ferita, ed assicurò il padre sulla poca gravezza di questa, dicendo che dopo un po' di giorni sarebbe stata completamente rimarginata. Andato che fu il medico, il padre volle sapere la causa di quella ferita. Ella cercò di scusarsi dicendo che era caduta accidentalmente; ma il buon genitore, che gi
Il parlar concitato e a gran passione le aveva prodotto un insolito affanno; e alfine era rimasta con gli occhi chiusi e come in deliquio; mentre le sue guance sì pallide, che solo il sonno aveva potuto alquanto colorire, adesso si eran fatte di fuoco. Cominciò dopo brevi momenti a riprendere il primo stato. Poi, gentile com’era, dubitando sempre di essere altrui di gravezza, un tremulo sorriso, proprio per Lauretta, richiamò sulle labbra; e volgendosi a lei che s’ingegnava di confortarla, affabilmente le disse:
Sai tu quale è il piú singulare bene che hanno e' beati? È d'avere la volontá loro piena di quel che desiderano. Desiderano me, e desiderando me essi m'hanno e mi gustano senza alcuna rebellione, però che hanno lassata la gravezza del corpo, el quale era una legge che impugnava contra lo spirito.
L'abate Gioberti, venendo a spiegare dinanzi la Camera la ragione di questa demissione, volle dissimularne la natura e l'importanza. Allora Ratazzi si alza, ed in un discorso magnifico ne rileva il carattere e tutta la gravezza. L'abate lasciasi andare ad uno scoppio di collera, ed una scena incredibile succede; imperciocchè l'abate Gioberti questo pregiudizio nazionale passava allora, e passa ancora oggidì, per il tipo dell'elevatezza e della somma scienza italiana. Gioberti d
Un lungo silenzio seguiva: alfine Yole con voci interrotte continuava: «Dalla Religione, Rogiero, dall'esempio della pazienza del Signore.» «Pazienza! E sempre pazienza! S'eravamo nati a soffrire, perchè non ci fu data un'anima più forte a sostenere, o perchè fummo tolti dal fango, che non sente di essere calpestato, alla forma che freme per la gravezza dell'oppressione?»
E mentre ch'andavamo inver' lo mezzo al quale ogne gravezza si rauna, e io tremava ne l'etterno rezzo; se voler fu o destino o fortuna, non so; ma, passeggiando tra le teste, forte percossi 'l pie` nel viso ad una. Piangendo mi sgrido`: <<Perche' mi peste? se tu non vieni a crescer la vendetta di Montaperti, perche' mi moleste?>>.
El quale sdegno e scandalo discosta l'anima da me e impedisce la perfeczione, e in alcuno tolle la grazia, piú e meno secondo la gravezza dello sdegno e de l'odio conceputo nel proximo per lo suo giudicio. In contrario riceve l'anima che giudicará la volontá mia, come decto t'ho.
E mentre ch’andavamo inver’ lo mezzo al quale ogne gravezza si rauna, e io tremava ne l’etterno rezzo; se voler fu o destino o fortuna, non so; ma, passeggiando tra le teste, forte percossi ’l piè nel viso ad una. Piangendo mi sgridò: «Perché mi peste? se tu non vieni a crescer la vendetta di Montaperti, perché mi moleste?».
E il popolo (l'interrompeva Martin Aliprando) il popolo non siamo noi? non è generalmente sentita la gravezza della dominazione dei Visconti? Perchè dunque non dovr
Passarono alcune ore. Quella gravezza di capo, quella specie di torpida nube che la opprimeva tuttora, in guisa che non riusciva a spiegare a sè stessa come nè quando, dall'angusta cameretta della pegnataria, fosse stata condotta in quel luogo deserto e sconosciuto, l'avevan resa di nuovo quasi insensibile; e non potendo più reggersi in piedi, gettossi di nuovo sugli scomposti cuscini del canapè. Cresceva a grado a grado nella stanza l'oscurit
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