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Aggiornato: 2 giugno 2025
Un tempo i Goti avevano distrutto questo ponte e Narsete l'aveva ricostruito; molte volte, nel corso dei secoli, esso fu tagliato e restaurato; l'ultima volta erano stati i Napoletani che l'avevano fatto saltare in aria ritirandosi da Roma nel 1798; anche l'iscrizione di Narsete si perde. Ora i suoi archi sono di nuovo ruinati nella corrente, offrendo un pittoresco spettacolo al viaggiatore.
Costantinopoli, ei la fondò, dicesi, per odio a Roma ostinata nella religione antica; ma forse meglio per avere una grande, degna ed opportuna residenza a quell'imperio orientale giá istituito da Diocleziano, giá indispensabile contro ai goti, i piú vicini e piú formidabili minacciatori di tutto il mondo romano.
Anche quella casa viene bruciata, ed egli deve vedere la sua sposa tra le braccia dei goti, in uno stato più terribile della morte. Egli agita allora le braccia incatenate verso il cielo e maledice all'Eterno che ha abbandonato l'Italia e permette la rovina di questa terra! Ma chi sono quei due uomini che si fanno imperterriti avanti, nulla temendo?
Essi pure scendono da cavallo, piegano le superbe ginocchia, ed il vecchio traccia colla grande croce sul loro capo un segno di benedizione. Il vecchio passa poi dai prigionieri ed annunzia loro la lieta novella. Il capo dei goti gli ha lato licenza di riscattarli e di condurli con sè nella vicina abbazia, dove essi rimarranno e che egli ha promesso di rispettare.
E cosí, con difesa perdurante fino all'ultimo, veggonsi finire a poco a poco que' goti, il cui nome non ritrovasi piú nelle storie; le cui reliquie durano forse qua e lá tra le terre e i monti d'Italia. Nobile e forte schiatta, per vero dire, e piú che niun'altra barbara mansueta ai vinti, in Italia come in Ispagna!
Ma, voluminoso tutto questo Corpus iuris, non s'adattava alla poca coltura delle etá seguenti, né al poco e impedito uso che ne aveano a fare i miseri italiani soggetti e poco men che schiavi di barbari germanici od imbarbariti greci; ondeché essi usarono vari ristretti fattine via via, e principalmente quello d'Alarico re de' goti di Spagna.
Combattessi una seconda gran battaglia alle falde del Vesuvio; e vi pugnò Teia come Totila nella prima: piú felice di lui, morendo sul campo, e, dicesi, dopo aver cambiati parecchi scudi, carichi, l'un dopo l'altro, di aste nemiche. Allora si arresero tutti i goti lá restanti ; e chi li dice poi cacciati fuor d'Italia, chi sparsi in essa. Certo, molti rimaneano ancora.
E' da Ravenna che Teodorico governò l'Italia, riunita per l'ultima volta in regno sotto la dominazione dei Goti. Egli vi costruì un magnifico palazzo. Se egli avesse mai abitato questo edificio, si potrebbe concludere che la residenza degli ultimi imperatori d'Occidente si era di gi
Ariani Agilulfo e i longobardi, cattolica Teodelinda, ella a poco a poco convertí lo sposo e gran parte della nazione; e fu un nuovo e massimo addolcimento della conquista; avendo noi veduto al tempo de' goti, ed essendo sempre pessima di quante differenze separan conquistatori e conquistati, peggiore che non quella stessa delle lingue, la differenza delle religioni.
Ad ogni modo, gli ostrogoti o goti orientali erano una parte di questa nazione, rimasta giá sulle bocche del Danubio, quando i lor fratelli visigoti o goti occidentali n'erano partiti, poco men che un secolo addietro, a correr l'Europa, a capitare e fondare un regno sul Rodano e in tutta la penisola spagnuola.
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