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Aggiornato: 12 giugno 2025
«Nel maggior numero, infine, degli operai, che si sono iscritti nei Fasci dei lavoratori della Sicilia e che del resto ne costituiscono l'elemento migliore prevalse quel socialismo sentimentale, ch'è fatto di forte malcontento ben giustificato dello stato presente, e di vaga aspirazione verso un più lieto avvenire, tanto più seducente quanto più inghirlandato colle magiche promesse contenute nelle parole giustizia ed eguaglianza.
Non erano mai stati in termini molto cordiali, e dopo il diverbio avuto la notte della morte del vecchio duca, diverbio che era stato per degenerare in aperta contesa, l'imbarazzo, che provavano trovandosi l'uno in faccia all'altro, sarebbe stato giustificato, se anche forti ragioni segrete non vi avessero contribuito.
In Italia il risveglio dell'entusiasmo napoleonico fu incomparabilmente più forte e più giustificato. L'imperatore era considerato come il più grande degl'italiani: aveva risuscitato dal sonno millenario il sacro nome del paese, aveva frenato con leggi moderne l'antico disordine tradizionale, aveva versato con gesta senza pari un'ambizione inquieta nel cuore della snervata gioventù. Di tanto in tanto all'Elba gli era ribollito nelle vene il sangue italico: egli promise: «a Parigi sono stato un Cesare, a Roma sarò un Camillo». Sulle nuove strade alpine, nell'arena cesarea della capitale lombarda, nel duomo risorto dalle rovine, nell'Arco di trionfo, a cui l'imperatore aveva destinato l'Impresa di Alessandro del più grande scultore moderno, e che ora glorificava le imprese dell'Austria, l'italiano incontrava a ogni piè sospinto nel settentrione della penisola le orme del grande compatriota. Il suo Regno d'Italia era stato un governo ben più umano e nazionale del dominio austriaco e della forca borbonica. L'odio ai francesi, che la musa di Alfieri aveva bandito alla gioventù, dileguava a poco a poco sotto la cupa compressione della nuova dominazione straniera. Niccolini, che in altri tempi con un alto grido di sdegno aveva atteso sulla via di Brenno il figlio d'Italia discendente dalle Alpi, e non aveva trovato che sarcasmo per l'iscrizione della medaglia commemorativa francese l'Italie délivrée
Al primo accostarsi ad una guida conosciuta e di fama, restiamo titubanti, affascinati da un'ingenua soggezione che ci fa sembrare quasi ragazzi. Questa sensazione di rimpicciolimento, che svapora il nostro giustificato orgoglio di parer superiori a quegli uomini rozzi, ma pur grandi, non la provarono soltanto gli alpinisti «
Questo fatto della vita misera e del malcontento giustificato del maggior numero degli uomini, fatto comune a paesi poveri e ricchi, di tutti i gradi di civilt
Sciocco! ripicchiò il conte Gino, come fu giunto alla fine del paragrafo. Poi, come era naturale, ripigliò la lettura. «Pensando a questo, mio caro Gino, ti ho perdonato. Perdonato, bada bene, e non giustificato. L'odore del foin coupé è buono, ma in estratto; il gradirlo sul posto è da cacciatori, ma per un giorno, e non di più.
Il rimprovero per sè, ci sia concesso il dirlo, è fondato sopra un errore tanto palpabile che non meriterebbe confutazione. Ma tradisce un senso di diffidenza giustificato in parte dal passato, e noi dobbiamo afferrare tutte occasioni di chiarirlo ingiusto e di logorarlo.
Ecco pertanto pienamente giustificato, non soltanto dal lato puramente scientifico, il movimento di attenzione, di indagini, di studi che in questi ultimi anni si è manifestato ed è andato accentuandosi circa i fenomeni glaciali.
In questo non possiamo a meno di dichiarare, che Tibaldo era pienamente giustificato. Com'era possibile infatti che un giovane, il quale appena fuori dell'infanzia era stato affatto indipendente, che aveva amato ed era uscito incolume dalla battaglia, si avesse ad innamorare come un eroe da romanzo? Difficile com'era poi e per le doti dello spirito e per la bellezza fisica per questa specialmente! Egli ch'era vissuto, per così dire, nell'intimit
La Chiesa non aveva mai dissimulato, e tanto meno giustificato, i disordini e gli abusi pullulati nel suo seno; né mai tenne quei sublimi suoi comizii, che chiamansi concilii, che non facesse savii decreti di riforma. E forse un uomo di alta e sincera volont
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