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Aggiornato: 26 luglio 2025
21 Questo era un nuovo e disusato incanto ch'avea composto Atlante di Carena, perché Ruggier fosse occupato tanto in quel travaglio, in quella dolce pena, che 'l mal'influsso n'andasse da canto, l'influsso ch'a morir giovene il mena. Dopo il castel d'acciar, che nulla giova, e dopo Alcina, Atlante ancor fa pruova.
61 Passato da tre lance il destrier morto cade; ma il buon Zerbin subito è in piede; ch'a quei ch'al suo cavallo han fatto torto, per vendicarlo va dove gli vede: e prima a Mosco, al giovene inaccorto, che gli sta sopra, e di pigliar sel crede, mena di punta, e lo passa nel fianco, e fuor di sella il caccia freddo e bianco.
28 Veggio Prosper Colonna, e di Pescara veggio un marchese, e veggio dopo loro un giovene del Vasto, che fan cara parer la bella Italia ai Gigli d'oro: veggio ch'entrare inanzi si prepara quel terzo agli altri a guadagnar l'alloro: come buon corridor ch'ultimo lassa le mosse, e giunge, e inanzi a tutti passa.
26 Ma i venti che portavano le vele per l'alto mar di quel giovene infido, portavano anco i prieghi e le querele de l'infelice Olimpia, e 'l pianto e 'l grido; la qual tre volte, a se stessa crudele, per affogarsi si spiccò dal lido: pur al fin si levò da mirar l'acque, e ritornò dove la notte giacque.
8 Al re parve impossibil cosa udire, che sua la palma infin allora tenne; e d'aver conoscenza alto desire di sì lodato giovene gli venne.
76 Quivi a Ruggier un gran corsier fu dato, forte, gagliardo, e tutto di pel sauro, ch'avea il bel guernimento ricamato di preziose gemme e di fin auro; e fu lasciato in guardia quello alato, quel che solea ubidire al vecchio Mauro, a un giovene che dietro lo menassi al buon Ruggier, con men frettosi passi.
PAOLA attempata CORONA giovene LIVIA fanciulla. PAOLA. Tu piagni, figliuola, e che ti senti tu? Mater prima, secunda soror, mihi tertia neptis. CORONA. Nol sai, madre, senza che me lo chiedi? PAOLA. Se 'l sapessi giá, non tel dimandarei. LIVIA. Dicerottilo io, dapoi che le molte e abbondevoli lagrime t'interrompeno la voce.
L'una gli muove il giovene Ruggiero, perché l'aquila bianca non gli cede; l'altra il famoso re di Sericana, che da lui vuol la spada Durindana.
45 Mentre io tardava quivi, ecco venire duo cavallier ch'avean per guida un nano, che la speranza aggiunsero al desire; ma ben fu la speranza e il desir vano. Ambi erano guerrier di sommo ardire: era Gradasso l'un, re sericano; era l'altro Ruggier, giovene forte, pregiato assai ne l'africana corte.
5 Spinse il demonio inanzi al mesto figlio del re Troiano, in forma di cavallo; e con gran voce e con turbato ciglio disse: Signor, questo è pur troppo fallo, ch'un giovene inesperto a far periglio, contra un sì forte e sì famoso Gallo abbiate eletto in cosa di tal sorte, che 'l regno e l'onor d'Africa n'importe. 6 Non si lassi seguir questa battaglia, che ne sarebbe in troppo detrimento.
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