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27 e come sotto il monte di Carena Brunel ne fe' a Ruggier libero dono. Di che taglio ella fosse e di che schena, n'avea gi

Udì il vanto oltraggioso e la superba Sfida la Dea, che tutte cose impera, E da le sedi adamantine, eccelse, Ove, occulta al creato, erge il suo trono, Chinò lo sguardo, e il rilevò, siccome Commiserando a questa ultima sfera, Bruna ed ultima tanto e tanto audace. Prendea l'aure in quel punto ad ampie vele L'ignifera carena, e fra' tranquilli Miraggi de le fate argenteo il dorso Scopríano a la notturna aere i delfini, Pazzamente esultando; e gi

Su la prua, dipinta ad encausto, il corpo magnifico di una nereide torcendosi a seconda della curvatura attingeva con i piedi la carena e in un gesto atteggiato di grazia tendeva all’alto le mani. Su per il bordo stavano scolpiti agili putti bacchici che tutti insieme facevano componimento di una danza.

Sconnesse erano ormai le fradicie Coste della carena. Era quella la barca che l'oceano Dovea meco solcar cercando i lidi Dove viviam felici nell'orgoglio Dei sentimenti fidi. Era quello il navilio delle fervide Speranze nelle imprese ardimentose Per cui s'attese invan vento propizio Mentre appassian le rose. Non indugiate mai, voi che la gondola Tenete in riva pronta per salpare.

E intorno al picciol porto ove diè fondo La carena panciuta dei velieri Havvi una folla, un'accozzaglia, un mondo Di brache bianche e di berretti neri. Cagliari, domenica, 22 ottobre 1876. Uscita da caligini profonde, Ch'io vo tentando e a penetrar non basto, Salute a te, nelle tue vie feconde, O Umanit

E giá il signor Predari direttore dell'Enciclopedia, a cui debbo inoltre l'occasione di questo libro, e via via i signori Carlo Promis, Federigo Sclopis, Luigi Cibrario, Roberto e Massimo d'Azeglio, Ricotti e Carena non mi negarono di tali aiuti; i quali io nomino ed a gratitudine ed a vanto, senza speranza di poter a questi aggiugner altri onorati nomi, quando che sia.

62 Diedi alla madre sepoltura onesta, qual potea darsi in deserta arena; e voi teneri avolti ne la vesta meco portai sul monte di Carena; e mansueta uscir de la foresta fecie lasciare i figli una leena, de le cui poppe dieci mesi e dieci ambi nutrir con molto studio feci. Restai de la tua perdita dolente, e di Ruggier guardian più diligente.

Poi diè le spalle ai monti di Carena, e sopra i Cirenei prese la strada; e traversando i campi de l'arena, venne a' confin di Nubia in Albaiada. Rimase dietro il cimiter di Batto e l'gran tempio d'Amon, ch'oggi è disfatto.

21 Questo era un nuovo e disusato incanto ch'avea composto Atlante di Carena, perché Ruggier fosse occupato tanto in quel travaglio, in quella dolce pena, che 'l mal'influsso n'andasse da canto, l'influsso ch'a morir giovene il mena. Dopo il castel d'acciar, che nulla giova, e dopo Alcina, Atlante ancor fa pruova.

67 mandata da colei, che d'amor piena sempre il disia, più può starne senza, per liberarlo da quella catena di che lo cinse magica violenza: e preso avea d'Atlante di Carena la forma, per trovar meglio credenza. Ma poi ch'a sanit