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Aggiornato: 17 giugno 2025
Ti farei un articolo io; disse Luciano, dopo aver pensato un tratto; ma a qual pro? Col mio modo di vedere in materia d'arte, ti farei più male che bene. Del resto, consolati; Omero diventò famoso nel mondo senza le trombe dei giornalisti. .
Noi abbiamo come voi, giornalisti argentini, il diritto di additare e studiare nelle loro origini e nel loro sviluppo le gravi malattie del vostro paese, perchè quanto voi, se non di più, noi ne desideriamo la guarigione.
Fu condotto a Torino da una zia, la marchesa di Castelletto-Rugarole, e a Torino, fra le signore della Corte e del bel mondo, fra emigrati, patriotti, uomini politici e giornalisti, si cominciò quasi a dimenticare il martire che languiva lontano, fra gli stenti e le sevizie del carcere, per compiangere il bel giovinettino biondo e sottile che passeggiava sotto i portici di Po, sempre vestito a lutto, sempre raccolto in una mestizia grave.
Fabio non seppe allora reprimere un moto di dispetto e stava per uscire senza accostarsi a nessuno, quando il Peronelli, redattore del Fieramosca, e il Sorani, corrispondente della Gazzetta Milanese, due giornalisti con i quali stava di consueto, gli fecero cenno di rimanere. Dunque è andato tutto bene? domandava il Sorani a Fabio.
Feci allora un piccolo discorso di occasione che provocò qualche applauso dalla tribuna dei giornalisti stipendiati; dopo di che tentai il mio colpo d'effetto; domandai che mi si portasse la raccolta delle leggi dello Stato, e pregai il mio segretario particolare a dar lettura dei nuovi regolamenti che io aveva raffazzonati a questo scopo lungo il viaggio, e che intendeva inserire in quegli Statuti.
Poche ore dopo la sentenza, gli anarchici vennero mandati a Finalborgo, e i giornalisti partirono il giorno seguente, cioè alle 11 della sera del ventitrè. Alla Stazione Centrale, c'era una folla enorme ch'era riuscita a sapere l'ora della partenza. Ma i carabinieri fecero entrare i condannati dalla parte opposta evitando di passare sulla prima piattaforma, piena di amici che volevano salutarci.
Requiescat in pace! Ed è così difficile di sostituirlo? La letteratura è in sciopero in questo momento. Le odi non sono scontate alla Borsa. I giornalisti s'inscrivono all'ufficio di collocamento. Non avrete quindi che a scrivere, franco di posta, ai Petites affiches e vi si riporter
Pagnottisti, Metodisti, Wagneristi, Preti tristi, Affaristi, Camorristi, Giornalisti, Son d'Italia gli Antecristi. Che di nuovo in politica? Tutti i ministri in massa Minaccian di dimettersi.... Non v'è più un soldo in cassa?
Non debbo nulla dissimularvi. Parlate, al contrario. Eravamo riuniti, lì, verso l'una del mattino, un gruppo di giornalisti e di letterati e cicalavamo con delle maschere che ci facevano corona, di ogni specie di monellerie, quando, non so da chi nè perchè, il nome di Sergio fu pronunziato. «Non lo si vede più, disse taluno. «Lo si vede anzi da pertutto, adesso sclamò un altro.
Questo, con piena, libera e serena coscienza, è il mio parere intorno al poema Mafarka il futurista. =Luigi Capuana.= Scoppia nella sala un lungo, clamorosissimo applauso. Tutti gli avvocati e tutti i giornalisti presenti accorrono a stringere la mano all'illustre romanziere e a felicitarlo.
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