Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 1 giugno 2025
Era lei, era Gina! La trovai, la rinvenni, non so come, nelle tenebre, tra gli sterpi, distesa per terra.... Gina! Lasciatemi morire! Sono io, sono Beppe! il tuo Beppe! Mi parve che udendo il mio nome, si addormentasse. La presi sulle spalle e lento lento, mentre il cuore e la testa non sapeva più dove fossero, raggiunsi, la mercè di Dio, la mia soglia. La adagiai sul letto, livido, estenuata.
Allora mi parve di udire ancora i rintocchi della dell'agonia della Gina, e di veder la giovane morta distesa attraverso la camera. L'eccessiva stanchezza, gli avvenimenti impreveduti danno coll'aiuto di una materassa di piume, di così fatte allucinazioni.
I due amici furono d'accordo che conveniva profittarsi di quella proposta di compera del quadro per iscoprire la sorte di Gina: che perciò era necessario andarne dal signor Marone sotto colore di riannodare le pratiche, e governarsi di guisa da venir a scovar fuori la verit
Nella carrozza nulla non si mosse mai, come se non vi fosse anima viva: quel mucchio di panni era sempre immobile. Quando Gaspare venne a dirci che si era in ordine, il signore pose il capo nell'interno della vettura e chiamò: Gina!... Gina!... Ah! interruppe Vanardi con emozione, l'odi tu Giovanni? Non c'è più dubbio. Poscia, volgendosi a Matteo; Era la moglie a cui dava questo nome?
Gina si provò a camminare, ma le gambe si rifiutavano all'ufficio loro; Orsacchio passò una mano sotto il braccio di lei a sorreggerla: a quel tocco un raccapriccio scosse tutti i nervi dell'infelice, le forze le tornarono di subito; si sciolse bruscamente e disse con una certa forza: Vado... vado. Una camera: comandò il marito all'oste entrando; ci fermeremo due ore.
Beppe non potè più contenersi: lo vinse un terribil parossismo: si buttò a terra, si contorceva, si mordeva i pugni e con rantolo straziante: Me lo levino dal sole.... lo nascondano.... lo mettano in un carcere profondo.... ci sono i tribunali per questo.... non lo lascino a mia portata.... Egli parlava dell'assassino della povera Gina.
Piangemmo insieme abbracciati non so per quanto tempo; quando ripresi conoscenza di me stesso, la notte era ancora alta e la Gina stava rattizzando i carboni sul focolare. Me le accostai mormorando: Perdonami.
Anna. Anna: ripetè l'infelice chinando il capo in atto di meditazione: non ho mai sentito questo nome... Dite, mi vorrete bene? La giovane levò le mani pallide e macilenti di Gina all'altezza delle sue labbra e le baciò con effusione. Oh sì, diss'ella, tanto, tanto! Gina liberò le sue mani e le battè palma a palma con gioia fanciullesca. Brava! staremo insieme, sempre insieme. Vi torna?
Man mano che il Natale, col suo regalo di neve, si avvicinava, si facevano sempre più spaventosi i rimorsi di quella ragazza: perchè la sua mamma poveretta, era morta appunto una mattina di Natale, mentre la Gina non toccava ancora i nove anni, e il pensiero della mamma, anche in mezzo alle più sciocche vanit
Saltò giù dalla carrozza egli primo. Per quanto facesse forza a sè stesso, gli eventi del giorno innanzi e quella lunga notte avevano stampato sul suo volto certi segni ch'e' non valeva a nascondere. Si volse all'interno della carrozza e porse a Gina la mano, per invitarla ed aiutarla a scendere. Essa lo guardò spaventata, e con raccapriccio trasse indietro le sue mani e sè stessa.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca