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Aggiornato: 29 maggio 2025


Gesummaria! borbottava intanto la donna. Che cos'è egli andato a fare l

Gesummaria!.... Un sacchetto di raso color barbagliata, contenente dieci brillanti grossi più di nocelle che poteano valere circa mezzo milione in complesso, e cinquecento fra smeraldi, rubini, topazi, zaffiri, margherite, opale, perle, camei, turchesi e coralli, da poter raggiungere il valore del milione e trecento cinquantamila, che mancherebbe a compiere la cifra di quindici milioni.

Gesummaria! esclamò egli dopo udita la rivelazione, alzandosi tutto sconvolto ed agitato. La mia Cecilia ha potuto inclinare l'orecchio alla voce della seduzione, e consentire di perdere la sua innocenza! Non era il vizio, è vero, che ti persuadeva al passo disperato, ma il dolore delle tue e nostre sofferenze. Nondimeno era egualmente una tentazione del demonio, e la tua caduta non avrebbe avuto giustificazione alcuna presso la gente dabbene, perchè si deve piuttosto morire che diventare colpevoli ed infami. Come avresti tu potuta godere un bene procurato col traffico della tua virtù? Con qual animo avresti offerto a tua madre, ai tuoi fratelli, a tuo nonno un sussidio procacciato con tal mezzo obbrobrioso? Ah! sia lodato Iddio che ti abbiamo salvata dal precipizio. Mai più, Cecilia, mai più una simile tentazione. Sfidiamo la miseria, sopportiamo le privazioni, ma restiamo innocenti e senza rimorsi di coscienza. Finalmente nessuno muore di fame, e la Provvidenza arriva per tutti, un po' tardi qualche volta, ma sempre in tempo di consolarci. Ah! dunque il signor Tribolo colla sua cera onesta e colle sue belle parole è un pessimo uomo, che voleva fare la tua rovina. , io debbo confessare che ho tolto in prestito da lui due talleri, e che ho detto la bugia di averli guadagnati al lotto. Ma egli mi ha quasi costretto a riceverli, ed ora capisco il motivo delle sue istanze. Egli però si è ingannato ne' suoi artificj, ed io pagherò il mio debito un poco alla volta, come siamo convenuti. Non parliamo più di questo brutto affare, che mi ha messo lo spavento addosso. Cari fanciulli, lasciate stare i cartocci, e aspettate un poco.... Suvvia, se avete fame, vostra madre vi dar

Neh! com'è brutto! esclamò Rosina giungendo le mani. Quando l'ho veduto entrare, Gesummaria! mi ha fatto paura. E che cosa gli è venuto a far qui?

Prendete qui, voi altre, strofinatele con quest'acqua il petto.... più giù.... sul cuore, mentre io le ne stropiccio le mani. Così va bene; ancora, ancora, fino a tanto che ricuperi i sensi. Oh Gesummaria! esclamò la signora Tonna, lasciandosi cadere su d'una scranna povera signora! E adesso crede Lei che potr

E Guidaccio anche lui suonò su quella scalea di Ugo, quando c'era ancora, più arcigno di questi, il suo padre Oldrado, che fu quello, sapete, il quale aizzò i suoi servi contro l'araldo che bandiva le giornate d'armi, che quelli a vespero spalancarono usci e finestre, e mostrarono scuri da boscaiuoli fra certe manacce rabbiose! Rammentate la storia di Guidinga. Gesummaria!

Nel mattino seguente si vociferava che altri quattro forestieri fossero giunti all'ospizio, cioè una signorina bella, giovane, elegante; una cameriera antipatica e due signori maturi, e molto impettiti. Lord, fa imbestialire anche il conduttore dell'ospizio, perocchè, secondo il suo vizio speciale, aveva portato in camera del proprio padrone, il prescritto registro dei forastieri. Gesummaria!!! Alfredo, potè leggere tosto, nell'ultimo foglio, il nome Violetta Giacinto. Un tremendo calcio a Lord, e la pronta restituzione al padrone dell'Albergo di quel registro, con mille scuse. Il padrone riconciliato con Lord (prudenza, quando si ha troppa paura dei grossi cani) conchiuse che dovr

Gesummaria! sclamò la signora Zita, giungendo le palme e levando gli occhi al soffitto, di l

Oh, Gesummaria! che cos'è stato? Ah capisco, ora! soggiunse il povero oste, ricordandosi. Messer Giacomino.... Ah, maledetta lingua! Ma spero che non andrete più oltre.... Nella mia osteria!... E che dir

Rocco balzò ritto, e ruppe a quella nuova in certe parolacce, che le donnicciole del vicinato, affacciate a chiedere che fosse, si turarono le orecchie gridando: «GesummariaMarta stessa, venuta alla voce, ne lo rimproverava! e intanto sull'aia, dinanzi la casa, si faceva folla come a vedere l'infortunio. Allora si cominciò a bisbigliare; e chi aveva vista Tecla, con un fagottino, passare dinanzi la sua porta; chi s'era abbattuto in essa e gli era parsa stravolta; uno le aveva tenuto dietro coll'occhio sino al tale punto, un altro sino alla tale svolta della via; sar

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